Israele avamposto del capitalismo di morte dell'Occidente L'altra faccia del suprematismo bianco

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Israele avamposto del capitalismo di morte dell'Occidente L'altra faccia del suprematismo bianco

 

di Giuseppe Giannini

Israele è l'unico Paese del Medio Oriente a maggioranza non araba, che viene riconosciuto come sovrano da gran parte della comunità internazionale nonostante ciò derivi dall'appropriazione indebita di territori altrui. In altri casi,  una situazione simile verrebbe condannata come occupazione arbitraria, sconfinamento (vedi il conflitto Nato/Ucraina – Russia). Al fine di evitare ulteriori conseguenze, soprattutto con riguardo ai civili, predisponendo sanzioni  e pronunce ufficiali (mandato di cattura per crimini di guerra). Il diritto internazionale garantisce il principio di autodeterminazione dei popoli, sia come libera scelta di autogovernarsi che come assenza di ingerenze esterne. Nel corso della storia tanti conflitti armati, interetnici e  guerre, sono stati determinati dalla violazione di questi principi basilari per la tenuta democratica. Le politiche coloniali e gli imperialismi hanno prodotto genocidi, deportazioni, apartheid.

Tragedie che hanno visto, spesso, protagonista in negativo l'Occidente, e proprio lo scopo di evitare che si potessero ripresentare, ha fatto si che nelle Costituzioni e nelle dichiarazioni delle organizzazioni internazionali, la sovranità, il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e delle minoranze etniche e religiose venisse riconosciuto dappertutto. Chi, al governo di uno Stato, non fosse in grado di scongiurare questo è colpevole di crimini contro l'umanità. Responsabilità che chiamano in causa anche gli altri Paesi che, anche se non direttamente coinvolti, in quanto osservatori, e soprattutto dopo aver ratificato tali convenzioni, non possono tenere una posizione di neutralità, intesa come distacco politico,economico, e sociale da quanto avviene.

Queste considerazioni servono ad evidenziare il ruolo di Israele e della maggior parte dei Paesi occidentali (l'America e i governi europei) sullo scacchiere globale. I due pesi e le due misure. Gli effettivi intenti geostrategici. Abituati a sacrificare centinaia di migliaia di vite umane,  vittime civili innocenti, che rappresentano il "costo" da pagare pur di legittimare intenti tutt'altro che pacifici. L'Occidente ha avuto la pretesa di voler soggiogare le altre culture secondo i suoi crismi. Missione civilizzatrice, cristianizzazione forzata, esportazione della democrazia sono i termini più utilizzati per ostentare la superiorità morale del mondo bianco, che trova fondamento  nell'appropriazione di territori e risorse lontane, distruzione e sfruttamento umano, smembramento delle alterità culturali (le Crociate, la scoperta delle Americhe, lo sterminio dei nativi).

Il tutto avviene con la guerra delle armi e  i conflitti economici, che conducono i sottoposti alla sudditanza psico-fisica. Il capitalismo fa dell'estrazione ed accaparramento di valore il presupposto della privazione dell'esistente. E' tutto legato alla eliminazione di ogni ostacolo che possa frapporsi. Bisogna imporre e ribadire la supremazia di un modello, che, di volta in volta, assume connotati politico-militari, economici, religiosi. E' vero, sopravvivono, altrove, retaggi ancora non de-secolarizzati, specie nei regimi teocratici. In comune con gli Stati laici vi è però la presa del potere, ed il disciplinamento, più o meno autoritario, dei sudditi.

E' quanto accade con Israele. La missione del sionismo è di cacciare i residenti "impuri" ed autoproclamarsi il popolo eletto. E se all'inizio lo Stato ebraico doveva risarcire gli israeliani dall'Olocausto, avendo pochi connotati mitici, successivamente la contaminazione con l'estremismo politico e religioso, fondato su elementi tipici del nazionalismo intollerante ed apertamente razzista, ne hanno contraddistinto gli sviluppi.

In quanti oggi dicono di voler difendere l'Occidente da possibili attacchi dal mondo del male - una volta era il comunismo - , oggi identificato nei Paesi islamici, tranne quelli con cui si è in affari, mentono sapendo di mentire. Nessuno prende a modello i regimi illiberali, la guerra santa (la jihad), ed i fanatismi che dettano legge, ma bisogna riconoscere che, al di là delle specificità, sono stati potenziati, in alcune circostanze, dall'Occidente stesso, che ha agevolato i cambi di regime (come fatto in America Latina nel secolo scorso)  per piegarli ai propri disegni imperialistici. Negli ultimi due anni Israele dice di voler sconfiggere il terrore  attaccando gli esaltati di Hamas e pure gli Hezbollah. Però poi finsice per sterminare la popolazione inerme palestinese, e bombarda Libano Yemen, Siria, Iraq. Ed ora l'Iran. Provocazioni continue che danno luogo a quella guerra mondiale a pezzi grazie all'impunità assicurata dal supporto politico e logistico di USA e UE. La guerra preventiva con funzioni di deterrenza in realtà non fa che riproporre il progetto di eliminazione del mondo arabo, l'occidentalizzazione dell'area, con Israele come motore del cambiamento, presente nei disegni dei sionisti da tantissimo tempo. Recuperando vecchie dichiarazioni di Netanyahu, dei suoi avi ed epigoni, ricapita di imbattersi, ad esempio, nella minaccia nucleare iraniana.

Fino a prova contraria nel 2018 furono gli Stati Uniti ad abbandonare l'accordo raggiunto insieme a Cina, Russia, Germania, Regno Unito e Francia con cui l'Iran prendeva l'impegno di ridurre le sue scorte di uranio arricchito, accettando anche i controlli degli ispettori dell'Agenzia per il disarmo. Ad oggi non è in grado di produrla, anche perchè le armi nucleari passano per il plutonio. Ciò non toglie che possa produrle in futuro, ma se c'è un Paese che le detiene, rappresentando una minaccia per gli altri è Israele, che non ha ratificato il Trattato di non proliferazione. Le provocazioni di Israele oltre a destabilizzare il Medio Oriente rappresentano un pericolo mondiale. Infatti, altri due Paesi in contrasto tra di loro, e possessori di armi nucleari, sono pronti ad intervenire: il Pakistan, che chiama a raccolta il mondo arabo a sostegno dell'Iran, e l'India, che per essere partner commerciale di Israele, decide di schierarsi dalla sua parte. In questo modo ripercussioni potranno aversi anche all'interno dei BRICS dove Russia e India verranno a trovarsi con alleanze militari opposte.

Dopo l'attacco sionista verso l'Iran, ed in seguito alla risposta missilistica, ecco giungere puntuale la retorica occidentale "Israele ha diritto di difendersi", che pareggia con le altre decontestualizzate pur di giustificare il genocidio. In particolare si contraddistingue il ministro Tajani bravo a tergiversare e tirare in ballo l'Olocausto e l'attentato di Hamas quando qualcuno presenta il dramma patito dalla innocente popolazione palestinese. Un'altra che butta benzina sul fuoco è la giornalista di destra Cecilia Sala, che dopo esser stata liberata dalla ingiusta detenzione in Iran, invita ad abbattere il regime degli Ayattolah attraverso il coinvolgimento americano.

Il mondo democratico stanco degli ultimi anni di guerra infinita riempie le piazze. Il potere è sordo. Repressioni, censure, e violenze messe in campo dai governi. Il capitalismo di morte va avanti per la sua strada. Fino a quando?

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