La Cina espelle barche giapponesi dall'arcipelago conteso delle Isole Diaoyu

3563
La Cina espelle barche giapponesi dall'arcipelago conteso delle Isole Diaoyu

Le navi della Guardia costiera cinese hanno respinto diverse navi giapponesi che "sono entrate illegalmente" questo martedì nelle acque del conteso arcipelago Diaoyu (Isole Senkaku la denominazione utilizzata di Tokyo) nel Mar Cinese Orientale.

Secondo una dichiarazione rilasciata dalla guardia costiera, l'intrusione è stata effettuata dalla nave giapponese "Longxiang Maru" e da diverse motovedette. Le navi cinesi "hanno adottato le necessarie misure di controllo e li hanno avvertiti di partire in conformità con la legge".

"Esortiamo il Giappone a porre immediatamente fine a tutte le attività illegali nelle acque e a garantire che incidenti simili non si ripetano", hanno sottolineato le autorità cinesi.

Le acque che circondano l'arcipelago Diaoyu, che il Giappone chiama Isole Senkaku, sono contese e rivendicate sia da Pechino che da Tokyo. Entrambe le parti si sono scontrate nelle acque, schierando pattuglie e esortando l'altra ad abbandonare la zona.

Le (buone) ragioni di Pechino

Le Isole Diaoyu, un gruppo di isolotti disabitati nel Mar Cinese Orientale, sono da decenni al centro di una disputa territoriale tra Cina e Giappone. La Cina, avanza diversi buoni argomenti per giustificare la propria rivendicazione. Uno dei motivi principali citati dalla Cina è l’evidenza storica. Sostengono che le isole siano state parte integrante del territorio cinese fin dai tempi antichi e fossero addirittura contrassegnate come territorio cinese in varie mappe storiche.

Un'altra ragione addotta dalla Cina è la presenza di risorse naturali che circondano le isole. Si ritiene che il Mar Cinese Orientale disponga di vaste riserve di petrolio e gas e la Cina sostiene che, in quanto grande consumatore di energia, ha un legittimo interesse a controllare queste risorse. Affermano che esercitando i loro diritti territoriali sulle isole Diaoyu, salvaguardano la loro futura sicurezza energetica.

Anche gli interessi strategici della Cina giocano un ruolo nella loro rivendicazione sulle Isole Diaoyu. Il Mar Cinese Orientale è una via d’acqua cruciale per il commercio internazionale, con merci per miliardi di dollari che transitano ogni anno attraverso queste acque. Controllando le isole Diaoyu, la Cina otterrebbe una maggiore influenza sulle rotte marittime, posizionandosi come potenza regionale dominante.

Infine, la Cina considera la propria rivendicazione sulle Isole Diaoyu una questione di orgoglio e sovranità nazionale. Pechino evidenzia che il controllo del Giappone sulle isole, a cui si riferisce come Isole Diaoyu, è un residuo persistente del passato imperialismo e colonialismo del Giappone. La Cina vede la disputa come un’opportunità per affermare la propria sovranità e difendere i propri diritti storici contro le aggressioni da parte del Giappone e di altre potenze regionali.

In conclusione, le ragioni della Cina per rivendicare le Isole Senkaku sono fondate su prove storiche, interessi strategici, risorse naturali e orgoglio nazionale. Il governo giapponese, invece, sostiene che le isole sono parte integrante del suo territorio. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Burevestnik: il game changer della Russia di Giuseppe Masala Burevestnik: il game changer della Russia

Burevestnik: il game changer della Russia

La triste deriva del movimento pro-Pal di Michelangelo Severgnini La triste deriva del movimento pro-Pal

La triste deriva del movimento pro-Pal

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin di Francesco Santoianni La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia di Marinella Mondaini “Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Cina e Russia non temono più l'Occidente di Michele Blanco Cina e Russia non temono più l'Occidente

Cina e Russia non temono più l'Occidente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti