La Cina lancia Star Market, l'indice tecnologico stile NASDAQ americano, superando tutte le aspettative
Con questa iniziativa, il gigante asiatico cerca di essere tecnologicamente autosufficiente dal momento che la prolungata guerra commerciale con gli Stati Uniti colpisce le aziende tecnologiche cinesi.
L'indice del mercato azionario dell'innovazione in scienza e tecnologia della Cina (Star Market) ha avviato, oggi, le prime quotazioni, superando il prezzo delle azioni di alcune società del 500%.
Iniziativa simile al NASDAQ statunitense con un'IPO di stile americano, il nuovo indice è quotato alla Borsa di Shanghai con un primo gruppo di 25 società tecnologiche.
Le azioni delle 25 società hanno accumulato un guadagno medio del 140% a mezzogiorno (ora locale) questo pomeriggio, anche se i titoli di Anji Microelectronics Technology, che produce materiali per semiconduttori, hanno raggiunto il 520%, superando tutte le aspettative.
Il nuovo indice azionario di Shanghai è stato annunciato lo scorso novembre dal presidente cinese Xi Jinping e, secondo l'agenzia Reuters, potrebbe essere il tentativo più audace di Pechino di riformare il mercato dei capitali. Inoltre, con questa iniziativa il gigante asiatico cerca di essere tecnologicamente autosufficiente dal momento che la prolungata guerra commerciale lanciata dagli Stati Uniti colpisce le aziende tecnologiche cinesi.
Solo l'inizio?
Il primo gruppo di società nel nuovo indice azionario comprende produttori di chip, società di intelligenza artificiale, società di biotecnologia, produttori di batterie per auto elettriche e fornitori di ferrovie ad alta velocità. Ventiquattro delle aziende che sono entrate sul mercato questo giorno si sono state quotate per la prima volta e, secondo la Borsa di Shanghai, c'è un elenco di oltre 100 entità che aspettano il loro turno.
Star Market è un'iniziativa che mira direttamente ad attrarre aziende tecnologiche cinesi attualmente quotate all'estero. Pechino ha incoraggiato le aziende nel paese a diventare meno dipendenti dai fondi e dalle tecnologie straniere, una campagna che si è intensificata durante la guerra commerciale con Washington e in seguito alle sanzioni contro Huawei, che non può lavorare con compagnie statunitensi senza previa autorizzazione del governo nordamericano