La delirante accusa del ‘Center for a Free Cuba’: “nei processi repressione su bambini e adolescenti”

La delirante accusa del ‘Center for a Free Cuba’: “nei processi repressione su bambini e adolescenti”

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Ci risiamo, questo è solo il titolo: «Il silenzio internazionale davanti al processo ai minori a Cuba è "inaccettabile"». E quest’altro è “l’attacco” dell’articolo: «Il ‘Center for a Free Cuba’ ha esortato la comunità internazionale a intercedere con forza a favore dei bambini e degli adolescenti cubani che sono "bersaglio della repressione e delle vessazioni del regime di Castro”». Questa è una parte di quello che ha pubblicato l’agenzia spagnola EFE, e le parole citate si riferiscono al processo in corso per le violenze verificatesi nelle manifestazioni dell'11 luglio nell’Isola.

Il contenuto dell’articolo riguarda un comunicato del ‘Center for a Free Cuba’ (Centro per una Cuba Libera), una delle varie organizzazioni create negli Stati Uniti solo per “monitorare” quello che accade a Cuba.

Quando si deve parlare dell’Isola socialista si rimette in moto sempre la solita “orchestra mediatica”, in modo che l’opinione pubblica si convinca che a Cuba c’è da liberare un “popolo oppresso e tiranneggiato da una sanguinaria dittatura”.

Questa volta il brano eseguito è di pessima fattura, anche se sembra che, agli esecutori, poco importa di svilire così miseramente la loro professione, perché, se sia vero o falso quello che scrivono, per loro è irrilevante.

So di aver usato parole “forti”, ma a volte è necessario, e se si continua a leggere l’articolo se ne comprenderà il motivo.

Da quello che ho potuto verificare, il 27 gennaio, dalla sede di Miami, l’agenzia di stampa spagnola EFE ha lanciato la notizia che il ‘Center for a Free Cuba’ accusava il sistema giudiziario cubano di repressione verso bambini e adolescenti, notizia poi ripresa pedissequamente da altre testate internazionali, come “The Washington Post”, la “Deutsche Welle”, la spagnola “ABC”, ecc…

Come ho scritto altre volte, la potente comunità anticastrista di Miami, e i loro referenti politici del Congresso statunitense, hanno molti “amici” nei grandi media dell’informazione, amici pronti ad ascoltare le loro richieste e anche a esaudirle, e la stessa cosa accade nei vari organismi internazionali.

Per quanto riguarda la versione integrale del comunicato emesso dal ‘Center for a Free Cuba’ (CFC), sono andato a cercarla sul loro sito, ma, stranamente, non sono riuscito a trovarla. Invece ci ho visto molti articoli di altre testate, che ovviamente screditano Cuba, e ce ne sono alcuni anche del ‘The Washington Post’ da poco pubblicati.

Uno di questi ha per titolo “Sotto il regime repressivo di Cuba, i processi farsa non finiscono mai”. L’altro invece riporta il contenuto di una lettera inviata al giornale dallo stesso direttore esecutivo del ‘Center for a Free Cuba’, John Suarez, con questo surreale titolo: “Continuano le uccisioni extragiudiziali a Cuba”.

Ogni volta mi domando come fanno a non avere un minimo di pudore quando pubblicano cose del genere, senza che queste siano mai accompagnate da prove incontrovertibili o da fonti verificabili. Ma, come ho appena scritto, gli stretti rapporti tra la comunità anticastrista e i potenti media, riescono perfino a creare uccisioni e morti dove non ce ne sono.

Infatti, il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez, su Twitter, ha dichiarato che gli Stati Uniti, per l’ennesima volta, stanno cercando di screditare Cuba agli occhi del mondo:

«Gli Stati Uniti sono ben consapevoli che gli attuali processi legali a Cuba sono condotti nel pieno rispetto della legge e degli standard accettati a livello internazionale. […] [Dicono] menzogne solo per offuscare il lavoro esemplare di Cuba nella protezione dei suoi bambini, e giustificare criminali misure coercitive.»

Intanto, in base a quello che ha riportato l’agenzia ‘EFE, leggiamo il contenuto di questo comunicato di “condanna” nei confronti di Cuba.

Per farlo citerò i ‘virgolettati’ che ho trovato nell’articolo dell’agenzia spagnola.

«… bambini e adolescenti cubani "bersaglio della repressione e delle vessazioni del regime di Castro." […] “È inaccettabile che il mondo rimanga in silenzio di fronte a questo oltraggio" […] “Questa realtà aggrava l'attualità e le circostanze in cui gli adolescenti cubani vengono giudicati senza garanzie procedurali, nell'impunità e come misura drastica per aumentare il terrore nel popolo cubano" […] L'organizzazione per i diritti umani avverte che "l'elenco degli adolescenti incarcerati e condannati a Cuba oggi, come in passato, è parziale perché un gran numero di casi è sconosciuto, dato che le famiglie hanno paura di denunciarli"».

Consentitemi di dirlo: delirio totale.

Ma non finisce qui. Per ultimo ho lasciato la ciliegina sulla torta:

«Il regime di Castro ha sparato e imprigionato adolescenti sin dal suo inizio. I processi contro i minori a Cuba dimostrano la continuità di metodi repressivi eccessivi e brutali».

Per confermare questa gravissima accusa, la loro denuncia porta come esempio una comunicazione che la Commissione per i diritti umani dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), inviò al Ministro degli Esteri di Cuba, Raúl Roa García, per le severe condanne emesse dalla giustizia cubana su alcuni minorenni.

Come si sarà notato, il nome non è quello dell’attuale ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez. Di questo però non c’è da meravigliarsi, perché la comunicazione dell’OSA, che comproverebbe la durezza del sistema giudiziario cubano sui minori, risale a 58 anni fa, ed è datata 1964.

Si avete letto bene – non mi sono confuso io – perché loro stessi, nel comunicato di condanna che hanno pubblicato, ricordano che questo evento risale al 1964.

Ciò significa che in questi ultimi 58 anni non hanno trovato nessun altro esempio da portare a conferma delle loro gravi accuse. Accuse che, con la complicità di importanti media, stanno diffondendo all’opinione pubblica.

Già questo dice tutto sulla credibilità e la neutralità di questa organizzazione, ma comunque proverò lo stesso a far capire meglio chi è la ‘Center for a Free Cuba’.

Nella loro pagina web promuovono siti di giornalisti e blogger dichiaratamente schierati per un cambio di sistema nell’Isola. Yoani Sánchez, della quale ho molto parlato in altri articoli, ne è l’esempio più evidente.

Oltre a questi, danno spazio anche a post e comunicati del senatore repubblicano Marco Rubio, di origine cubana, il più agguerrito politico “anticastrista” che ci sia negli Stati Uniti, il quale, con altri tre senatori (due democratici) ha da poco inviato una lettera a Catherine Russell, la neo-nominata Direttrice Esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) esortandola “a proteggere i bambini cubani detenuti dopo le storiche proteste di luglio”. (sic!)

Non posso non ricordare che questa organizzazione (CFC) ha sede proprio a Washington, ad appena 9 chilometri dalla Casa Bianca, e quello che anni fa era il suo ‘Capo staff’, Felipe Sixto, nel 2008 fu nominato dal presidente George W. Bush come suo assistente speciale per gli affari intergovernativi.

Solo dopo poche settimane, il signor Sixto, si è dovuto dimettere, perché fu accusato, e poi condannato, di sottrarre parte dei finanziamenti che la USAID (agenzia governativa Usa), dava al ‘CFC’ per attuare progetti volti a diffondere nell’Isola la propaganda contro il sistema politico cubano, promuovendone il cambio con una presunta transizione politica.

Nel loro sito, sotto la voce “Cosa facciamo”, si legge che “Il CFC raccoglie e distribuisce informazioni tempestive su Cuba e sui cubani ai media, alle organizzazioni internazionali per i diritti umani, ai governi, ai leader civili, religiosi e sindacali, partecipando al dibattito nazionale su Cuba e fornendo assistenza umanitaria sull'isola”.

In questa loro presentazione, la frase “fornendo assistenza umanitaria sull'isola” è veramente esilarante.

Il dramma è che di queste organizzazioni create per screditare Cuba ce ne sono varie, come ad esempio l’Osservatorio cubano dei diritti umani (OCDH), con sede a Madrid. Nome altisonante, che fa pensare a chi sa cosa, ma la sua sostanza, nei fatti, è la stessa della CFC.

È incredibile, ma, come loro stesse dichiarano, sono anche fonte d’informazioni per i vari Organismi Internazionali, governi, agenzie di stampa, e spesso lo sono anche per le più famose e riconosciute Ong che operano in difesa dei diritti umani.

E questi l’ascoltano come se avessero di fronte una delle organizzazioni più accreditate, limpide e imparziali (se mai ce ne fosse qualcuna con tali qualità) e poi, le supposte denunce, le riportano nei loro report, i quali, dopo pubblicati, diventeranno verità per l’opinione pubblica.

Può darsi che qualcuno lo faccia in buona fede – anche se in questi casi le verifiche sarebbero d’obbligo – ma, la maggior parte di loro, ne sono certo… lo fa sapendo di mentire.

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P.S. Il 25 gennaio (ben due giorni prima che l’agenzia EFE ha diffuso l’accusa del CFC), l’Agenzia Cubana di Notizie (ACN), aveva già reso noto il comunicato della Procura Generale della Repubblica di Cuba, il quale riporta un dettagliato resoconto sullo stato dei procedimenti penali derivanti dai disordini provocati l’11 luglio 2021.

Dal resoconto non risulta nessun minore condannato, mentre negli Stati Uniti arrestano bambine di 6 anni con manette ai polsi... ma di questo ne parlerò nel prossimo articolo.

Roberto Cursi

Roberto Cursi

Sono nato a Roma nel 1965, passando la mia infanzia in un grande cortile di un quartiere popolare. Sin da adolescente mi sono avvicinato alla politica, ma lontano dai partiti. A vent'anni il mio primo viaggio intercontinentale in Messico; a ventitré apro in società uno studio di grafica; a ventiquattro decido di andare a vivere da solo. Affascinato dall'esperienza messicana seguiranno altri viaggi in solitaria in terre lontane: Vietnam, Guatemala, deserto del Sahara, Belize, Laos... fino a Cuba.

Il rapporto consolidato negli anni con l'isola caraibica mi induce maggiormente a interessarmi della complessa realtà cubana.

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