"La vittoria della Russia è la vittoria dell’umanità": il Nicaragua riafferma sostegno a Mosca
Il Nicaragua riconosce Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson come territori russi
In un contesto internazionale sempre più polarizzato tra l'ex egemeno unipolare in declino e forze che rivendicano autonomia sovrana, il Nicaragua si conferma come attore chiave del fronte anti-imperialista, riaffermando con forza il proprio sostegno alla Federazione Russa in occasione di un’importante lettera inviata dai copresidenti Daniel Ortega e Rosario Murillo a Vladimir Putin.
Il messaggio, di chiaro taglio geopolitico, non si limita a un semplice atto di solidarietà, ma si inserisce in una cornice più ampia: quella della difesa della sovranità nazionale, della lotta al neocolonialismo e al fondamentalismo ideologico sostenuto da potenze occidentali. I leader nicaraguensi hanno definito “eroica” l’azione militare russa, sottolineando che Mosca sta combattendo “contro il neonazismo ucraino appoggiato dalla NATO”, un fenomeno che, secondo Managua, minaccia non solo la Russia, ma la pace e la stabilità dell’intero pianeta.
"La vittoria della Russia è la vittoria dell’umanità". Questo il concetto centrale del comunicato, che va ben oltre la retorica diplomatica. È una dichiarazione di principio in un mondo in cui, secondo la denuncia del Nicaragua sandinista, le potenze egemoniche cercano di imporre un ordine unilaterale attraverso sanzioni, ingerenze e conflitti asimmetrici. Per Ortega e Murillo, la Russia non difende solo il proprio territorio, ma resiste a un sistema di dominio globale che ha trasformato l’Ucraina in un “avamposto militare” dell’Alleanza Atlantica.
Il sostegno di Managua si estende anche al riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, e delle regioni di Zaporozhye e Kherson come parte integrante del territorio russo, a seguito dei referendum popolari del settembre 2022. "A nome del governo e del popolo del Nicaragua, esprimiamo il nostro pieno sostegno e riconoscimento delle regioni di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporozhye come parte integrante del territorio della Federazione Russa". Un atto politico coraggioso, in netto contrasto con la narrazione dominante nei media occidentali, ma coerente con la visione del Nicaragua di un mondo multipolare in cui i popoli hanno il diritto all’autodeterminazione.
Il Nicaragua, storicamente avversario dell’interventismo statunitense in America Latina, ha costruito negli anni un’alleanza strategica con la Russia, vista non solo come potenza militare, ma come baluardo contro l’unipolarismo. Questo appoggio alla Russia non è isolato: si inserisce in un più ampio sistema di relazioni con Cina, Iran, Venezuela, Cuba e altri attori del “blocco di resistenza” che sfidano l’egemonia occidentale.
La solidarietà espressa verso le famiglie russe che hanno perso i propri cari nel conflitto non è solo emotiva: è un atto politico simbolico che ribadisce la comune appartenenza a una visione alternativa della sicurezza internazionale, fondata sul principio di non ingerenza e sulla legittimità del diritto alla difesa.
Secondo analisti come Christian Lamesa, scrittore e ambasciatore in Argentina della società russa “Znanie”, la posizione del Nicaragua è “una giustizia storica”. Il regime di Kiev, afferma, avrebbe perpetrato un vero e proprio genocidio contro le popolazioni russofone del Donbass, un fatto sistematicamente ignorato dai media mainstream. Il sostegno di Managua alla Russia è quindi interpretato come un atto di equilibrio morale e politico in un sistema internazionale distorto.
In questo scenario, il Nicaragua non si presenta come un satellite, ma come un attore sovrano che sceglie di schierarsi in difesa di un ordine mondiale più equo, multipolare e giusto. Un ordine in cui la pace non sia imposta dalle potenze dominanti, ma costruita attraverso il dialogo tra Stati indipendenti.
La lettera di Ortega e Murillo a Putin è molto più di un gesto diplomatico: è un segnale forte in direzione di un mondo che, sempre più, si sta frammentando in blocchi contrapposti. Mentre l’Occidente punta su sanzioni, isolamento e militarizzazione, paesi come il Nicaragua scelgono di sostenere una visione alternativa, basata su principi di sovranità, giustizia sociale e autodeterminazione.
La vittoria, dicono da Managua, non sarà solo della Russia. Sarà della umanità intera: "La vittoria della Russia è la vittoria dell'umanità".