L'agricoltura sotto assedio: dal genocidio a Gaza alla lotta per la sovranità in Venezuela

1960
L'agricoltura sotto assedio: dal genocidio a Gaza alla lotta per la sovranità in Venezuela

 

di Geraldina Colotti

 

Il 9 settembre, giornata mondiale dell'agricoltura, il mondo si trova di fronte a una realtà drammatica che la retorica ufficiale non può nascondere. L'agricoltura, lungi dall'essere un'attività neutrale, è diventata un campo di battaglia nella guerra tra il capitale e la vita. Questo giorno non può essere celebrato senza denunciare la fame, non come un'emergenza naturale, ma come un'arma deliberata e sistemica nelle mani dell'imperialismo.

A Gaza, stiamo assistendo alla manifestazione più brutale di questa guerra. Il genocidio in corso, perpetrato dall'entità sionista con il sostegno attivo dell'imperialismo occidentale, non si limita al bombardamento delle case e all'uccisione di massa. È una strategia calcolata che include la fame e la sete come strumenti di pulizia etnica. La distruzione di serre, frutteti, pozzi d'acqua e mercati alimentari non è un danno collaterale. È stato ed è un attacco diretto ai mezzi di produzione e di sopravvivenza del popolo palestinese.

L'agricoltura, che per generazioni ha rappresentato la resistenza e il legame indissolubile con la terra, viene sistematicamente annientata. La carestia, deliberatamente provocata, è il culmine di questa strategia di terrore. Questo è il volto del neocolonialismo nel XXI secolo: un attacco totale non solo ai corpi, ma all'intera infrastruttura sociale ed economica di un popolo.

Mentre a Gaza la fame è usata per spezzare la volontà di un popolo, in un'altra parte del mondo si combatte per la sua esatta antitesi: la sovranità alimentare. Il Venezuela bolivariano, pur affrontando un blocco economico criminale imposto dagli Stati uniti e dai loro alleati, ha trasformato la sua produzione agricola in un baluardo di resistenza. Sotto la guida del governo socialista, il Venezuela ha investito nella riforma agraria, ha sostenuto la piccola produzione contadina e ha creato sistemi di distribuzione alimentare come i Comités Locales de Abastecimiento y Producción (CLAP).

Questi sforzi non solo hanno garantito l'accesso al cibo per la popolazione, ma hanno anche rotto la dipendenza dalle importazioni e dal controllo del capitale transnazionale. I risultati ottenuti sono stati così significativi che la stessa FAO ha riconosciuto i progressi del paese nella lotta contro la denutrizione, un successo che contrasta nettamente con la retorica mediatica occidentale che descrive il Venezuela (e il socialismo) come un "fallimento".

In Venezuela, l'esistenza delle comunas autogestite coniuga la costruzione del socialismo con la prospettiva antimperialista, in una proficua alleanza con lo Stato bolivariano, che si avvia a diventare uno stato comunale. La storica dirigente palestinese Leila Khaled, che ha visitato recentemente la comuna di El Panal a Caracas, lo ha potuto constatare. Tutt'altra cosa dalla retorica sui kibbutz degli occupanti israeliani sul suolo di Palestina. L'interconnessione tra la resistenza di Gaza e la resistenza della rivoluzione bolivariana agli attacchi dell'imperialismo, che ora sta minacciando l'intero continente latinoamericano con l'invio della flotta Usa nelle acque antistanti il Venezuela, è evidente.

L'ambasciatrice venezuelana presso la Fao, Marilyn De Luca lo ha esplicitato a più riprese, unendo la propria voce a quella degli stessi organismi per la sicurezza alimentare che hanno denunciato l'uso della fame come arma di guerra in Palestina. Il governo bolivariano, infatti, non solo presenta i suoi successi in tutte le piattaforme internazionali, ma se ne serve per denunciare il genocidio a Gaza e sostenere la lotta palestinese. Non è un atto di mera diplomazia, ma un esempio pratico di solidarietà internazionalista.

La lotta per la terra in Palestina, dove l'agricoltura è un atto di resistenza, e la lotta per la sovranità alimentare in Venezuela, dove l'agricoltura è un atto di liberazione, sono due facce della stessa medaglia. Entrambe sono lotte contro il sistema imperialista globale che sfrutta e affama i popoli in nome del profitto.

La vera Giornata Mondiale dell'Agricoltura non si celebra con discorsi vuoti, ma con la solidarietà concreta tra i popoli che lottano per la loro terra e per la loro libertà. Per questo, anche in Italia, i movimenti popolari hanno voluto manifestare con gesti concreti l'adesione a una lotta comune, inviando video di sostegno ai contadini e agli ambientalisti delle comunas venezuelane.

Dalla Liguria alla Toscana, la solidarietà si è manifestata con video e pronunciamenti, come quello di Amanda Ciri, della Rivista contadina. A Roma, le lavoratrici e i lavoratori della Cooperativa sociale Assalto al Cielo hanno indetto per le 17 un'attività “di solidarietà e convivialità” ai Casali di Casa Calda (via dei Ruderi di Casa Calda, altezza via dei Colombi).

“Abbiamo una grande missione – scrivono gli organizzatori - che è quella di rafforzare la solidarietà: nel senso pratico della ricostruzione e dell'appoggio concreto, partendo dalle nostre capacità e dalla nostra esperienza di produttori, di costruttori, di collaboratori, a sostegno dei popoli che stanno resistendo al terrore del sistema imperialista, come i popoli della Palestina, del Venezuela, di Cuba, del Nicaragua...”. 

Geraldina Colotti

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità.

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