L’altra faccia del genocidio. Israele e la "distruzione sistematica" del patrimonio culturale palestinese
Un genocidio non si compie soltanto con l’eliminazione fisica di un popolo, ma si presta a cancellare ogni traccia della sua presenza. Non a caso, i dati recentemente pubblicati e compilati dal Ministero della Cultura palestinese, con l'aiuto di altre organizzazioni tra cui l'UNESCO, hanno rivelato la misura in cui la cultura e il patrimonio della Striscia di Gaza sono stati "sistematicamente" presi di mira da Israele durante la sua guerra genocida.
I dati sono stati raccolti tramite immagini satellitari e resoconti sul campo forniti dai palestinesi presenti a Gaza.
Molti di coloro che hanno contribuito a raccogliere i risultati sono stati uccisi da Israele, tra cui Bassem Hassouna, direttore del Ministero della Cultura di Gaza. Nel marzo dello scorso anno, è stato ucciso in un attacco israeliano nei pressi dell'ospedale Al-Shifa di Gaza City.
Secondo i dati raccolti, sono stati distrutti 25 istituti culturali registrati e oltre 80 centri culturali non registrati, tra cui il Palestinian Planning Center, il Rashad al-Shawa Cultural Center e la Bayader Theater Association.
Inoltre, sette collettivi culturali sono stati sradicati e i loro membri sfollati, con alcuni dei loro fondatori uccisi. Decine di poeti, artisti e musicisti hanno perso la vita nella guerra genocida iniziata il 7 ottobre.
Si stima che Israele abbia distrutto anche 87 biblioteche, tra le quali quella dell biblioteca della moschea di Omari, che custodiva manoscritti di diversi secoli fa.
Secondo i dati del Ministero della Cultura palestinese, 146 dimore storiche sono state distrutte durante i bombardamenti e gli attacchi aerei israeliani. Sono stati distrutti anche 12 musei.
Sono stati distrutti i manoscritti della moschea di Omari (risalenti al 1514 d.C.), gli archivi municipali di Gaza (150 anni di documenti), i registri del catasto, gli archivi del Ministero dell'Istruzione, gli archivi del Ministero dell'Awqaf (documenti del waqf ottomano) e gli archivi dell'Istituto Azhar.
I dati mostrano che l'UNESCO ha verificato anche la distruzione di circa 110 siti del patrimonio culturale.
"Questo rapporto è il culmine di precedenti rapporti basati su ciò che riceviamo dalle nostre fonti... e fornisce una base per il proseguimento di questi rapporti. Ciò contribuisce a trasmettere il messaggio del nostro popolo assediato... oltre a denunciare i crimini in corso dell'occupazione sotto ogni aspetto, soprattutto perché l'uccisione della cultura è parte essenziale dell'uccisione dell'identità palestinese", ha spiegato il ministero palestinese.
I dati inediti giungono mentre Israele sta preparando un attacco devastante per conquistare e occupare la città di Gaza.