L'Argentina 'orwelliana' di Milei
Controllo sociale, repressione e povertà: il lato oscuro delle riforme ultraliberiste
Con l'esperienza di chi ha attraversato decenni di storia letteraria e politica, Vicente Battista non usa mezzi termini: "Quello che sta accadendo in Argentina oggi è la materializzazione delle peggiori profezie di Orwell". Lo scrittore ottantaquattrenne, fresco vincitore del prestigioso Premio Rómulo Gallegos con 'El simulacro de los espejos', trasforma la sua opera in un potente strumento di denuncia contro il governo ultraliberista di Javier Milei.
Mentre riceveva il riconoscimento a Caracas, Battista ha lanciato un monito che ha fatto sussultare i presenti: "Quando scrissi del controllo sociale e della manipolazione del linguaggio, molti pensavano a un esercizio letterario. Oggi basta guardarsi attorno in Argentina per vedere quelle pagine diventate realtà". Lo scrittore descrive un paese dove la povertà viene ribattezzata "transizione economica" - un classico del neoliberismo - dove chi protesta viene etichettato come "terrorista", e dove i tagli alla cultura e all'istruzione stanno creando una società sempre più incapace di pensiero critico.
"Negli anni '60 leggevamo '1984' come un romanzo fantasioso", racconta Battista con amarezza. "Oggi i nostri nipoti lo vivono sulla pelle". La sua critica si fa ancora più tagliente quando parla delle politiche economiche: "Hanno trasformato il paese in un laboratorio ultraliberista dove i diritti sociali sono merci da svendere al miglior offerente".
Eppure, tra le pagine del suo romanzo e nelle sue dichiarazioni pubbliche, Battista lascia intravedere una speranza: "La letteratura è sempre stata l'antidoto alle dittature. Scrivere oggi in Argentina è già un atto di resistenza". Mentre il governo cerca di riscrivere la storia e cancellare la memoria collettiva, opere come 'El simulacro de los espejosì diventano fondamentali per preservare la verità.
"Ci hanno provato in tanti, dai militari a Menem, a farci credere che non esistano alternative", conclude lo scrittore. "Ma la storia argentina dimostra che ogni tentativo di cancellare la coscienza collettiva è destinato a fallire. Perché, come insegnano i libri, le distopie possono diventare realtà ma anche essere sconfitte".