Le manganellate di Pisa e Tolstoj

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Le manganellate di Pisa e Tolstoj

 

 

«La tradizione biblica racconta che l’assenza di fatica, l'ozio, era la condizione di beatitudine del primo uomo, prima della sua caduta. L’amore per l'ozio è rimasto uguale nell'uomo caduto, ma la maledizione grava sempre sull'uomo, e non solo perché dobbiamo procurarci il nostro pane col sudore della fronte, ma perché, per le nostre qualità morali, non possiamo rimanere tranquillamente in ozio. Una voce nascosta ci dice che dobbiamo sentirci in colpa se rimaniamo oziosi. Se l'uomo potesse trovare una condizione per cui egli, rimanendo ozioso, si sentisse utile e sicuro di compiere il proprio dovere, allora ritroverebbe una parte della primigenia beatitudine. Di una tale condizione di ozio necessario e inattaccabile gode un intero strato: lo strato militare». (Lev Tolstoj, Guerra e pace; libro II, parte IV; cap.1. Mosca, 1873).



Di una tale condizione di ozio necessario e inattaccabile gode oggi, nel XXI secolo, un intero strato, quello delle forze di polizia di ogni genere e categoria, finanche quella sorta di Hilfspolizei in cui sono stati trasformati i vigili urbani, una volta armati di pistola d’ordinanza e destinati non più a regolare il traffico cittadino, ma a tenere a bada, sul selciato, i ragazzi manganellati dai tutori dell’ordine.

Di una tale condizione di ozio necessario e inattaccabile gode oggi quello strato di uomini armati, «elevati al disopra della società e non al servizio della società» (F. Engels) bensì agli ordini della classe dominante e dei suoi governi capitalistici, dai più liberal-europeisti fino a quelli più apertamente fascisti. Uno strato che è riuscito a ritrovare quella condizione di «primigenia beatitudine», col bearsi in un ozio necessario a impadronirsi delle più raffinate tecniche di combattimento urbano, e inattaccabile perché tale è la funzione specifica e generale cui, per sua natura, è destinato.

Uno strato pronto a obbedire ai comandi impartiti dai padroni - o dai padroni stranieri dei padroni di casa – ogni volta che essi li chiamino a svolgere lo squallido e violento servizio di massacrare operai e studenti: sia che gli uni non si pieghino alle “gioie” del lavoro interinale o subappaltato, o anche del più “normale” lavoro salariato; sia che gli altri osino mettere in dubbio i “valori europeisti”, che si esprimono nel sostegno in armi e denaro alla junta nazigolpista di Kiev e nel “sacrosanto diritto” dei sionisti israeliani a continuare il genocidio del popolo palestinese.

E, però, «la maledizione grava sempre sull'uomo» e graverà sempre più repentinamente anche su quello strato, vegetante in un «ozio necessario e inattaccabile». Come mai? Perché, aggravandosi ogni giorno di più le già pessime condizioni di vita, di lavoro, di studio di masse via via più larghe di popolazione, per l’imposizione di quegli stessi “valori europeisti” esaltati a destra e a “sinistra”, andranno maggiormente inasprendosi le contraddizioni di classe e allora anche quello strato sarà chiamato con crescente sollecitudine a procurarsi il «pane col sudore della fronte» nelle strade e nei vicoli ciechi delle città e non è detto che, in tutte le situazioni, riesca a ritrovare la biblica «primigenia beatitudine» data dal suo «amore per l’ozio».

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Fabrizio Poggi

Fabrizio Poggi

Ha collaborato con “Novoe Vremja” (“Tempi nuovi”), Radio Mosca, “il manifesto”, “Avvenimenti”, “Liberazione”. Oggi scrive per L’Antidiplomatico, Contropiano e la rivista Nuova Unità.  Autore di "Falsi storici" (L.A.D Gruppo editoriale)

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