"Le persone sono intimidite sul lavoro": così la Finlandia non permette dichiarazioni contro l'adesione alla NATO
L’adesione avviene liberamente e i popoli lo richiedono. Così la propaganda liberale giustifica il continuo espandersi della NATO verso i confini della Russia nonostante gli accordi siglati con i dirigenti russi dopo l’implosione dell’Unione Sovietica e lo scioglimento del Patto di Varsavia.
Le notizie che giungono dalla Finlandia, paese storicamente neutrale che vorrebbe aderire alla NATO, confermano che l’adesione al blocco atlantico non così libera e spontanea come viene detto.
Le autorità finlandesi, infatti, intimidiscono la popolazione in modo che non si esprimano contro l'ingresso del Paese nell'Alleanza Atlantica, ha affermato il giornalista locale Juha Korhonen ai microfoni di RT.
Secondo il giornalista, "la Nato non rafforzerà la sicurezza della Finlandia", motivo per cui molti finlandesi sono contrari a questo passo, recentemente annunciato dal governo.
Sebbene non si sappia l'esatta percentuale di finlandesi contrari all'adesione all'alleanza, la cifra negli anni precedenti raggiungeva circa il 60 e il 70% della popolazione, la quale riteneva che la NATO "accresce le tensioni" tra Helsinki e Mosca, come ha evidenziato il giornalista.
Korhonen ha sottolineato che, sebbene tutti i media nazionali affrontino la questione dal punto di vista del governo, il problema più grave sono i social network. "Ecco, se dici qualcosa contro la Nato, diventi subito un agente delle autorità estere, cioè un agente russo in questo caso", ha aggiunto il giornalista, accusato anche di aver ricevuto finanziamenti dalla Russia per aver promosso un punto di vista contro l'Alleanza Atlantica.
"Le persone vengono intimidite sul lavoro e anche al telefono, oltre ai social network: sono così costrette a non esprimersi contro o semplicemente a non esprimere la propria opinione personale", ha concluso denunciando il sistema ricattatorio vigente in Finlandia così come nel resto dell’Occidente che si autoproclama libero.
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