Marò, presentati i capi di accusa da parte della magistratura indiana
La vicenda dei due marò in India inizia a prendere una maggiore consistenza giudiziaria. Sono stati, infine, presentati i capi di accusa all’indirizzo dei due marò, dal momento che i termini per la custodia giudiziaria preventiva stavano per scadere e quindi le autorità giudicanti indiane dovevano presentare i capi d’imputazione a carico dei due soldati italiani altrimenti sarebbero potute verificarsi le condizioni per ottenere la libertà su cauzione. Omicidio volontario, associazione a delinquere, violazione delle norme internazionali sulla pirateria, che stabiliscono che le acque territoriali indiane si estendano fino a 200 miglia nautiche dalla costa: questi sono le accuse mosse a Salvatore Latorre e Massimo Girone.
Tuttavia i due militari, a cui è stato riconosciuto il loro status particolare, saranno trasferiti in una struttura diversa dal carcere di Trivandrum dove erano fino ad ora detenuti seppur in un regime privilegiato con la possibilità di avere contatti costanti con le autorità italiane. Forse torneranno nella foresteria della polizia di Kochi o in una struttura universitaria limitrofa in attesa del processo. Il Vice Ministro degli Esteri italiano De Mistura ha commentato le accuse in modo cauto affermando che al massimo si sarebbe trattato di un incidente involontario, quello che in gergo militare rientra sotto la nomenclatura di uccisione blue-on-blue o più comunemente detto “fuoco amico”. Tuttavia allo stato attuale delle cose non è la visione di Nuova Delhi né delle autorità giudicanti dello Stato del Kerala.