Messico: campagna finanziata da USAID per attaccare i medici cubani

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Messico: campagna finanziata da USAID per attaccare i medici cubani

«Medici, no bombe». In un discorso pronunciato a Buenos Aires nel 2003 Fidel Castro affermava che «mai Cuba avrebbe attuato attacchi armati preventivi contro altri paesi, ma sempre sarebbe stata disposta a inviare i suoi medici in qualunque angolo del mondo in cui fossero richiesti». 

Vent’anni dopo Cuba è rimasta fedele alla consegna di Fidel Castro, come abbiamo visto anche allo scoppio della pandemia di Covid quando Cuba ha inviato le proprie brigate mediche anche in Italia in un momento di grande sofferenza per la sanità lombarda. 

Anche le polemiche, le manovre e le fake news contro la cooperazione medica cubana vanno avanti senza soluzione di continuità alimentate dai soliti noti in quel di Washington. 

Le ultime notizie in merito giungono dal Messico. L'USAID e i legislatori del PAN (partito conservatore) hanno lavorato in maniera congiunta per organizzare una vasta campagna contro la presenza di medici cubani in Messico, secondo un'indagine dell'analista politico Katu Arkonada, condivisa sul suo account Twitter.

Arkonada - come evidenzia Cubadebate - sottolinea che il coordinatore del gruppo parlamentare del PAN in questa legislatura, Julen Rementeria, sta guidando la crociata anticubana, che ha due linee di attacco: una prima che sottolinea che la loro presenza in Messico non è necessaria, e una seconda guidata da Miami, che annuncia che i medici saranno inviati in zone di conflitto.

Rementeria ha stretti legami con il terrorista di origine cubana Orlando Gutiérrez Boronat, leader dell'organizzazione Directorio Democrático, che ha incitato alla violenza a Cuba l'11 luglio 2021, e voce della campagna #SOSCuba contro il sistema sanitario dell'isola.

Il senatore messicano è anche legato alla "Fondazione per i diritti umani a Cuba", pioniera nell'articolare azioni contro le brigate mediche cubane in America Latina.

A tal fine, utilizza i fondi USAID (prorogati con nuovi fondi nell'ottobre 2021 e nel settembre 2022).

Margarita Guerra, direttore del programma dell'ufficio USAID per l'America Latina e i Caraibi, è la principale coordinatrice e finanziatrice della campagna che mira a boicottare la presenza di medici cubani in Messico.

Polemiche e critiche verso Cuba e i suoi medici le abbiamo registrate anche in Italia quando la regione Calabria ha annunciato di aver stretto un accordo con L’Avana per far giungere i medici cubani in una regione colpita da una grave carenza di medici che metteva a rischio chiusura reparti e addirittura interi ospedali. 

Addirittura il quotidiano britannico The Times interveniva nella vicenda con un titolo offensivo e razzista: “Il centro della mafia assume medici cubani”. Un quotidiano online di tendeza liberal, che preferiamo non citare per non fargli immeritata pubblicità, sulla scorta del rapporto di un’immancabile ONG per i diritti umani diceva che i medici cubani sarebbero degli schiavi utilizzati in maniera propagandistica da Cuba. 

Propaganda trita e ritrita. Veri e propri distillati di maccartismo anticomunista a 65 anni anni dalla morte del senatore Joseph McCarthy passato alla storia per il suo fanatismo anticomunista. 

Oltre la propaganda ci sono i fatti: i medici cubani sono stimati e apprezzati in tutto il mondo e hanno ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali in occasione di catastrofi come il terremoto di Haiti del 2010. 

Nell'ambito delle campagne contro i medici cubani,vengono espresse opinioni avventate sulla loro capacità professionale e persino sul sistema sanitario in vigore sull'isola. Le critiche sembrano ignorare i rapporti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Così come gli elogi del lavoro di formazione dei medici di tutto il mondo che sono passati per la Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM) de L’Avana.

La scuola cubana "prende giovani appassionati dai Paesi in via di sviluppo e li manda a casa con la formazione di medici" come modo per "far progredire l'equità sanitaria", afferma l'OMS, citando un articolo della giornalista Gail Reed.

L'OMS sottolinea il lavoro svolto dai diplomati ELAM nell'emergenza del terremoto ad Haiti nel 2010. Ricorda che Cuba ha inviato 557 diplomati ELAM da 27 Paesi all'emergenza di Haiti.

I primi studenti provenienti da altri Paesi sono arrivati nel febbraio 1999 e si sono diplomati nel 2005. Da allora, la scuola ha formato 7248 medici provenienti da 45 Paesi; attualmente sono iscritti 9362 studenti provenienti da 100 Paesi, principalmente da Americhe, Medio Oriente, Africa, Asia e Isole del Pacifico.

L'OMS rileva che diverse scuole di medicina in Australia, Canada, Filippine, Venezuela e Sudafrica hanno adottato la premessa dell'ELAM sulla "responsabilità sociale" dei loro studenti.  

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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