Migranti, petrolio e milizie: il gioco delle 3 carte del Fatto Quotidiano

Migranti, petrolio e milizie: il gioco delle 3 carte del Fatto Quotidiano

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Ieri il Fatto Quotidiano dedica un paginone all'ultima fatica editoriale di Nello Scavo, esperto di Libia per il quotidiano Avvenire.

Come avevamo altre volte segnalato, lo Scavo usa spesso il gioco delle 3 carte tra migranti, petrolio e milizie. E il titolo del Fatto lo dimostra.

 


 
 



La teoria del Nostro sarebbe che l'Italia paghi le milizie per fermare i migranti e il petrolio lo prendano per disgrazia quelle monelle delle milizie.

Nel mio libro invece sostengo, con documenti ufficiali del sedicente governo di Tripoli, che l'Italia paghi le milizie per avere il petrolio e queste producano la migrazione come conseguenza (infatti la questione migratoria è un'emergenza perenne).

Giusto per chiarire a cosa serva fare il gioco delle 3 carte su questi argomenti, oggi stesso lo Scavo pubblica un articolo su Avvenire in cui denuncia presunti investimenti militari russi in Libia.

E allora è questo il motivo per cui occorre mischiare le carte.

Non bisogna far sapere ai lettori che i soldi che l'Italia manda a Tripoli sono legati alle armi, al sostentamento delle milizie al fine del saccheggio del petrolio libico, i cui pozzi però ormai sono sotto il controllo delle legittime autorità libiche, che non sono "quelli di Haftar", ma sono il legittimo parlamento votato dai libici che a sua volta ha votato un governo (che l'Italia non riconosce) e un Esercito Nazionale (al cui capo sta Haftar, con regolare voto del parlamento), il quale ha tutto il diritto e il mandato di acquistare armi da chiunque voglia, soprattutto se l'arsenale in dotazione dei libici è materiale russo se non sovietivo dai tempi di Gheddafi.

Al contrario, i soldi che lo Scavo sostiene l'Italia mandi a Tripoli per i migranti, quelli sono soldi che finanziano milizie irregolari di aguzzini, gli stessi che poi con la stessa spietatezza hanno organizzato la moderna tratta di esseri umani in Africa di cui lo Scavo si duole.
 
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Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Ora dalle sponde siciliane anima il progetto "Exodus" in contatto con centinaia di persone in Libia. Di prossima uscita il film "L'Urlo"

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