"Nessun legame tra Maduro e Tren de Aragua": intelligence USA smaschera la falsa narrativa di Trump e dell’opposizione
200 deportati, zero prove: il flop della guerra a Maduro
Un documento classificato del Consiglio Nazionale dell’Intelligence statunitense, datato 15 aprile 2025 e ottenuto in esclusiva dal Washington Post, seppellisce definitivamente le accuse di collusione tra il governo di Nicolás Maduro e il gruppo criminale Tren de Aragua. Il rapporto, prodotto dopo sei mesi di indagini coordinate tra le agenzie federali, smonta pezzo per pezzo la narrativa utilizzata dall’amministrazione Trump e dall’opposizione venezuelana, in particolare da figure come Maria Corina Machado e Julio Borges, per giustificare deportazioni di massa e misure eccezionali contro i migranti venezuelani.
Le prove che inchiodano la falsa narrativa
Secondo il documento, approvato da 17 delle 18 agenzie di intelligence (solo l’FBI ha espresso dubbi marginali), il Tren de Aragua ha cessato ogni attività strutturata già nel 2023, riducendosi a una rete di cellule autonome senza coordinamento centrale. Le analisi smentiscono qualsiasi legame operativo o finanziario con il governo a Caracas: non esistono prove di trasferimenti di denaro, direttive politiche o collaborazione con funzionari venezuelani. Geoff Ramsey, esperto dell’Atlantic Council, ha definito le accuse contro Maduro «prive di fondamento», ricordando che «il gruppo agiva come un franchise criminale, non come braccio armato di uno Stato».
NEW: The National Intelligence Council determined in a secret assessment early this month that Venezuela is not directing an invasion of the United States by the prison gang Tren de Aragua, a judgment that contradicts Trump’s public statements
— John Hudson (@John_Hudson) April 17, 2025
Interpellato dal Washington Post, invece, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (DNI) guidato da Tulsi Gabbard, ha bollato il rapporto come «un prodotto di attori del deep state», espressione utilizzata per indicare funzionari ostili. In un comunicato, la Casa Bianca ha difeso le deportazioni come «misura necessaria per la sicurezza nazionale», senza fornire evidenze a supporto.
Borges e la disinformazione: l’opposizione che insiste sul falso
Nonostante le conclusioni univoche del rapporto, Julio Borges — esponente di spicco dell’opposizione estremista venezuelana e autore di un controverso articolo su Infobae — ha continuato a diffondere la tesi del «matrimonio tra Maduro e il Tren de Aragua», definendolo «un’alleanza strategica». Nel testo, Borges cita fonti anonime e ricostruzioni non verificate, ignorando volutamente i dati dell’intelligence USA.
L’atteggiamento di Borges riflette una linea dura dell’opposizione, che negli anni ha spesso mescolato denunce reali a propaganda, come dimostrato nel 2019 con il falso "accordo" tra Maduro e le FARC.
Deportazioni basate su dati fragili: il 78% senza precedenti
Nonostante l’assenza di prove, da marzo 2025 il governo statunitense ha deportato oltre 200 cittadini venezuelani verso un complesso carcerario in El Salvador, etichettandoli come membri del Tren de Aragua. I numeri raccolti da organizzazioni per i diritti umani, però, raccontano un’altra storia: il 78% dei deportati non aveva alcun precedente penale, il 12% era coinvolto in procedimenti giudiziari non correlati al crimine organizzato, e solo il 10% affrontava accuse minori, come violazioni migratorie o reati comuni.
«Sono stati presi di mira per la loro nazionalità, non per indizi concreti», ha denunciato Ana Ortega, avvocato dell’ONG Venezuelani in Esilio.
Scontro con la giustizia e prossimi appuntamenti
Il giudice federale James E. Boasberg ha già dichiarato l’amministrazione Trump in disprezzo della corte per aver ignorato l’ordine di sospendere le deportazioni, definendo l’azione «un attacco frontale allo Stato di diritto». Il caso ora entra in una fase cruciale: il 25 aprile si decideranno sanzioni per oltraggio, il 30 aprile si discuteranno risarcimenti per i deportati, e il 3 maggio verranno esaminate misure cautelari aggiuntive.
Quando l’ideologia prevale sui fatti
Il rapporto dell’intelligence non è solo una smentita tecnica: è un campanello d’allarme sul rischio di strumentalizzare dati sensibili per fini politici. Mentre figure come Borges continuano a negare l’evidenza, organizzazioni come ACNUR e Amnesty International chiedono trasparenza.
Con tre udienze chiave in calendario e l’attenzione internazionale crescente, il caso potrebbe segnare un precedente nella relazione tra potere esecutivo, giudiziario e informazione.