Oltre un milione di persone per "la marcia più grande del Cile" contro le politiche del fascio-liberista Piñera
In Cile continua la rivolta popolare contro il neoliberismo. A tal fine i movimenti e le organizzazioni sociali si sono uniti per dar vita alla "più grande marcia in Cile" organizzata per porre fine alle politiche di neoliberismo selvaggio del governo fascio-liberista presieduto da Sebastián Piñera.
La mobilitazione odierna chiede che le forze armate cessino la repressione brutale del popolo e tornino nelle caserme, il ritiro di tutte le norme antipopolari e la convocazione di un’Assemblea Costituente incaricata di redarre una nuova Costituzione.
Oltre un milione di manifestanti hanno pacificamente invaso la capitale Santiago con striscioni e bandiere del Cile. Eloquenti i messaggi: “Il Cile si è svegliato” e “non siamo in guerra”, un chiaro riferimento alle polemiche dichiarazioni del presidente Piñera dove aveva praticamente dichiarato guerra al popolo cileno.
#LaMarchaMasGrandeDeChile
— Mónica Rincón González (@tv_monica) October 25, 2019
Ya la autoridad reconoce que A LO MENOS es la #marchadelmillon pic.twitter.com/LMslDbd429
Sebbene le proteste si siano concentrate principalmente sulla capitale, le mobilitazioni sono state anche chiamate in altri distretti cileni per ribadire il rifiuto delle politiche del governo e la violenta repressione poliziesca che ha fatto ritornare il Cile indietro ai tempi oscuri della dittatura fascista del generale Pinochet.
La rivolta popolare contro il neoliberismo è iniziata il 14 ottobre contro l'aumento del biglietto della metropolitana a più di un dollaro, ma il 18 ottobre è cresciuta di fronte alla "evasione di massa" convocata principalmente dagli studenti, che hanno invitato a non pagare il nuovo biglietto.
1 millón de personas solo en un sector de Santiago, confirmado por la Intendencia. El resto de Chile también está movilizado ????????#LaMarchaMasGrandeDeChile pic.twitter.com/im6wDjdwz6
— fER ???? (@Heeroin13) October 25, 2019
Tuttavia, le forze di sicurezza hanno fortemente represso gli studenti e le organizzazioni che hanno aderito alle proteste.