Pakistan, continuano le operazioni dei droni USA, ma il Senato propone tagli agli aiuti ad Islamabad
Sale la tensione tra Pakistan e Stati Uniti come se non fosse già abbastanza alta. Dopo la decisione del Presidente Obama di non voler incontrare il Primo Ministro pakistano al vertice Nato che si è tenuto a Chicago questo fine settimana a causa della mancata riapertura da parte di Islamabad della supply line verso l’Afghanistan, era già crisi tra Washington ed il paese asiatico. La condanna a 33 anni di prigione del medico, che avrebbe aiutato la CIA ad individuare il covo di Osama Bin Laden ad Abbottatad ha ulteriormente teso i già difficili rapporti tra i due paesi. Le ragioni delle burrascose relazione tra gli Stati Uniti ed il Pakistan sono due fondamentalmente: il copioso uso dell’intelligence americana di droni per colpire ribelli talebani in suolo pakistano; la richiesta da parte di Islamabad di scuse ufficiali per il raid americano che a novembre ha ucciso 24 soldati pakistani.
Così dopo il mancato accordo sul riaprire la supply line Washington non ha sospeso le incursioni con droni nel Nord Waziristan, fascia di terreno compresa tra il Pakistan e l’Afghanistan dove si nasconderebbero molti terroristi talebani. 11 presunti ribelli sarebbero stati eliminati tra ieri ed oggi dai veicoli teleguidati americani. Inoltre il Senato degli Stati Uniti irritato dalla condanna per il medico pakistano, così prezioso nell’eliminazione del capo di Al Qaeda, avrebbe proposto un taglio drastico agli aiuti ad Islamabad pari a 33 milioni di dollari, non casualmente cifra identica agli anni di carcere inflitti al dottore Shakil Afridi.