Perché in Europa non ci sono alternative a Nigel Farage

Il vero razzista e fascista è Van Rompuy. Non certo chi lo contrasta

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 Perché in Europa non ci sono alternative a Nigel Farage

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di Paolo Becchi

Articolo già pubblicato sul Blog di Beppe Grillo

"L'intero progetto europeo è basato su una falsità storica.... molto pericolosa.... perchè se provi a imporre una nuova bandiera, un nuovo anatema, un nuovo presidente, un nuovo esercito, una nuova forza di polizia, senza prima cercare il consenso del popolo, crei proprio quei nazionalismi e quei risentimenti che il progetto avrebbe dovuto eliminare. Non sono affatto contro l'Europa, ma sono contro quest'Europa. Sono per un'Europa di stati sovrani e indipendenti che si relazionano con il mondo insieme, cooperano insieme". Sono alcuni estratti dell'ultimo discorso allo scorso Parlamento europeo, il 14 aprile 2014 (qui il video), da parte di Nigel Farage, leader dell'Ukip, oggi primo partito nel Regno Unito. E' un discorso sul futuro dell'Europa estraneo ai valori, principi e idee del Movimento Cinque Stelle? Si tratta di un'analisi lucida e lungimirante, ma per i giornali italiani – apprendiamo - Nigel Farage è in realtà il successore di Hitler, marchiato di misoginia, xenofobia, razzismo, e omofobia. E tutti, proprio tutti, stanno partecipando al gioco al massacro contro il leader dell'Ukip per sparare a zero contro il Movimento cinque stelle.  
 
Colui che rappresenta oggi quasi un terzo dei cittadini inglesi sarebbe talmente pericoloso da non meritare neanche una visita su invito per discutere la possibilità di una futura alleanza in Europa. Che l'UKIP, scrive correttamente Pino Cabras, ha un suo coordinamento LBGT che prende posizione regolarmente in materia di omofobia; o che Amjad Bashir, un cittadino musulmano nato in Pakistan, e Steven Woolfe, di origine afroamericana, ebraica e irlandese, siano due nuovi eurodeputati del partito di Farage, ai giornali italiani non interessa. Per quel che riguarda l'immigrazione, poi, la politica dell'Ukip non è affatto su base etnica o razziale, ma di protezione del lavoro e del welfare nazionale. Posizione discutibile, chiaramente. Ma è esattamente quella che Angela Merkel in Germania, Mark Rutte in Olanda e in generale tutti i paesi del Nord Europa imporranno (loro governano al contrario di Farage) per colpire il cosiddetto "Welfare turistico", anche a discapito dei cittadini europei. Perché su questo i giornali italiani non scrivono niente?  E perché nessuna trasmissione o telegiornale ricorda le parole dell'attuale primo ministro socialista francese Manuel Valls sul rimpatrio forzato dei rom - "La maggioranza dei rom deve essere ricondotta alla frontiera" – e non dice, con la stessa logica, che i neo eurodeputati del Pd non dovrebbero aderire allo stesso gruppo con i socialisti francesi?
 
Un'alleanza con un gruppo parlamentare per il Movimento cinque stelle in Europa è necessaria. A differenza del Parlamento italiano, gli eurodeputati che non dovessero riuscire a costituire un gruppo sarebbero molto limitati, per il regolamento interno, nella partecipazione in aula. L'Europe of Freedom and Democracy (EFD), come ricorda l'ufficio dell'Ukip, permette, a differenza dei Verdi e di molti altri gruppi del Parlamento europeo, alle delegazioni nazionali di votare come ritengono opportuno secondo la propria ideologia, preferenze politiche e interesse nazionale. "Nell'ottica del gruppo EFD si tratta di un matrimonio di convenienza per il reciproco vantaggio". Certo che ci sono differenze tra l'Ukip e il Movimento cinque stelle nel programma che i due vorrebbero attuare nel Regno Unito ed in Italia il giorno che saranno al potere. Ma il punto che troppo spesso sfugge è che abbracciare un progetto comune, soprattutto di lotta e di modifica alle radici, in Europa non significa condividere le idee e i valori di politica interna. In questo senso il regolamento dell'EFD sarebbe perfetto: il M5s potrà sempre su decisioni non in linea con il suo programma interno, ad esempio la politica energetica, esprimere un voto contrario rispetto al gruppo e restare coerente al suo programma interno.
 
L'alternativa che tutta la stampa unita propone è quella di aderire al gruppo dei Verdi. Su questo ci sono alcuni punti da sottolineare. Primo. Dovremmo forse lasciarci dettare l'agenda politica dal Corriere o dal Fatto quotidiano? Secondo. I Verdi rappresentano più o meno un puntello di questa Europa che ora dicono di voler cambiare dopo che non hanno fatto assolutamente niente per contrastare le politiche dell'austerità imposte dall'Europa attraverso la sacrilega alleanza della Troika. Per loro, l'euro è più intoccabile del Vangelo e considerano l'approccio integrazionista un vincolo di adesione imprescindibile che chiaramente il Movimento non può  e non deve accettare. Terzo, molti loro dirigenti hanno insultato il M5S prima delle elezioni, con alcuni dirigenti che hanno escluso in modo categorico l'alleanza.  Quarto. Il presidente dei Verdi europei, l'eurodeputato franco-tedesco Daniel Cohn-Bendit, ha appoggiato tutte le guerre NATO - Iraq, Afghanistan, Libia e sarebbe stato pronto anche per la Siria. Certamente molte battaglie potranno essere combattute insieme. Leggiamo dal sito dei verdi che si sono schierati contro il TTIP – l'accordo per la creazione di un'area di libero scambio tra UE e Stati Uniti. Se vorranno portare a compimento con efficacia e credibilità quest'impegno, su questo, come su altri temi di interesse programmatico comune, non mancherà la possibilità di una lotta comune, ma i Verdi, per tutti i motivi espressi in precedenza, non sono chiaramente un'opzione credibile e praticabile per un Movimento che vuole essere una forza di rottura verso le politiche imposte fino ad oggi da quest'Europa.
 
E quindi non resta altra alternativa a quella di accettare, e il prima possibile, l'offerta di Nigel Farage. Perchè l'Ukip? Perché negli ultimi cinque anni è stata l'unica opposizione presente a Bruxelles e Strasburgo, con i discorsi più efficaci contro l'austerity europea e contro le guerre, negli stessi anni in cui quasi tutti gli altri partiti armavano Troika e Nato contro le popolazioni. Per chi non avesse mai visto un video di Farage su Youtube ecco alcuni stralci dei suoi discorsi. "Nessuno può negare oggi che la Grecia è poco più che una colonia. E questo è tutto un terribile errore enorme. La Grecia non è una società controllata. La Grecia è una nazione con un'anima, una nazione con orgoglio, con la storia. Hanno inventato la democrazia! Stanno soffrendo, hanno la disoccupazione giovanile del 50% causata dal signor Van Rompuy.". E ancora: "Beh Commissario, hai scelto l'uomo giusto. Puppet Papademos è al suo posto ad Atene. Ha detto: "La violenza e la distruzione non hanno posto in un paese democratico" Quale paese democratico? Non è neanche un primo ministro democraticamente eletto. E 'stato nominato da voi. La Grecia non è gestita attraverso la democrazia, è gestita da una Troika. Tre funzionari stranieri che volano in aeroporto di Atene e raccontano ai Greci quello che possono e non possono fare. La violenza e la distruzione che si è vista è causata proprio perché le persone sono state espropriate dei diritti democratici. Che altro si può fare? E devo dire: se fossi un cittadino greco sarei stato là fuori durante le proteste! Sarei là fuori cercando di abbattere questa mostruosità.". Farage è il solo ad aver denunciato in Europa il colpo di stato che ha portato al potere Mario Monti in Italia: "E devo anche dirle, signor Van Rompuy, che 18 mesi fa quando ci siamo incontrati per la prima volta, io mi sbagliavo sul suo conto. Io dissi che lei sarebbe stato l’assassino silenzioso delle democrazie nazionali, ma non è stato così: lei è piuttosto rumoroso, non le pare? Lei, un uomo non eletto, è andato in Italia e ha detto: 'Questo non è il tempo per fare le elezioni, ma per agire!'. Cosa, in nome di Dio, le dà il diritto di dire una cosa simile al popolo italiano?"
 
Il frastuono mediatico contro Nigel Farage avviene in un'epoca storica in cui a commissari, tecnocrati, finti governi e legionari della Troika, quegli stessi giornali portano un rispetto omertoso. La sfida oggi in Europa è tra chi vuole riappropriarsi di quote importanti di sovranità per poter tornare a incidere sulla vita dei proprio cittadini, non essendo più solo esecutori passivi di decisioni prese a Berlino, Bruxelles e Francoforte; e chi vuole, attraverso questi organismi sovranazionali, continuare a calpestare la democrazia popolare e decenni di conquiste costituzionali. L'obiettivo per il Movimento Cinque Stelle in Europa deve essere quello di contrastare con tutte le sue forze l'agenda della Troika che ha visto nella Grecia delle privatizzazioni selvagge, della macelleria sociale e della rinegoziazione dei principali diritti acquisiti il topo da laboratorio per tutta l'Europa del sud. Nessuno meglio dell'Ukip di Nigel Farage può essere un utile alleato in questa lotta. 
 
In un'intervista recente con il quotidiano belga De Standaard, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha sostenuto come, anche se gli Stati Uniti d'Europa non siano uno scenario credibile e realistico, "l'intero territorio europeo a parte la Russia sarà nel lungo periodo inglobato nell'Unione Europea". Ha poi aggiunto: "se c'è il supporto da parte dell'opinione pubblica su questo, non lo so. Ma lo faremo lo stesso." I veri razzisti, verso intere popolazioni, sono loro. I veri fascisti sono loro, non certo chi li contrasta. 

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