"Primavera francese", i media siriani prendono in giro il governo francese sulle proteste dei "Gilet gialli"
I media siriani parlando delle recenti proteste in Francia la definiscono "primavera francese", ricordando la posizione di Parigi a sostegno degli oppositori siriani.
Dal 17 novembre, quando è iniziata la recente ondata di proteste contro la politica del presidente francese Emmanuel Macron, gli utenti internet siriani si esprimono con un tono ironico e descrivono manifestazioni violente come la "primavera francese".
Queste sono le proteste dei cosiddetti "gilet gialli" contro l'aumento del prezzo del carburante e del caro vita, che finora hanno provocato quattro morti, centinaia di feriti e molti arresti.
L'ironica campagna del popolo siriano nei social network, riportata da Hispantv, fa riferimento al termine "primavera araba", usato da alcuni paesi per riferirsi al conflitto siriano.
La radio e la televisione la Siria ha pubblicato una foto dei combattimenti in Siria con il titolo "Lezione pratica di libertà che l'ambasciatore francese ha cercato di insegnarci pochi anni fa a Damasco", riferendosi alle dichiarazioni del diplomatico francese durante le proteste in Siria nel 2011.
La pagina Facebook "Damascus Now", legata al governo siriano, da parte sua, ha pubblicato un'immagine che confrontava la situazione attuale tra Damasco e Parigi, rispettivamente le due capitali della Siria e della Francia.
La Francia ha sostenuto ripetutamente il rovesciamento del presidente siriano Bashar al-Assad e persino accompagnato gli Stati Uniti. e il Regno Unito nel suo attacco dello scorso aprile contro la Siria, condotto con l'idea di "primavera araba", come denunciava la Russia, alleata strategica di Damasco.
Attualmente, l'esercito di Damasco e i suoi alleati stanno per fermare in modo permanente le bande terroristiche in Siria.
Negli ultimi mesi, delegazioni di molti paesi occidentali e arabi hanno iniziato i loro viaggi in Siria per organizzare i preparativi per facilitare la ripresa delle relazioni con Damasco in mabito diplomatico, economia e industriale.