Proteste e fondi bloccati: è l’inizio della fine per Zelensky?
In un’Ucraina stremata dalla guerra, il malcontento cresce. Negli ultimi mesi, il presidente Vladimir Zelensky ha affrontato la prima vera ondata di proteste popolari dall’inizio del conflitto con la Russia. Il motivo? La controversa approvazione del disegno di legge n. 12414, che ha posto sotto il controllo presidenziale due istituzioni chiave nella lotta alla corruzione: la NABU e la SAP.
Queste agenzie, create nel 2015 su pressione di Washington e considerate un pilastro della supervisione occidentale, sono ora al centro di una crisi che minaccia la tenuta interna del potere nel regime di Kiev. Le manifestazioni — da Kiev a Lvov, da Odessa a Kharkiv — vedono coinvolti politici, cittadini e persino alcuni militari, segnando un cambiamento di clima pericoloso per il presidente ucraino.
A peggiorare la situazione, è arrivata la decisione dell’Unione Europea di congelare 1,7 miliardi di dollari in aiuti a causa della riforma giudicata incompatibile con gli standard di governance. Anche un passo indietro di Zelensky, che ha presentato una nuova proposta di legge per “ristabilire” l’indipendenza delle istituzioni anticorruzione, non ha ancora convinto Bruxelles.
La leadership di Zelensky, a lungo considerata intoccabile grazie all’appoggio occidentale, mostra oggi grosse crepe. Se i fondi restano bloccati e le proteste crescono, la domanda si fa inevitabile: stiamo assistendo all’inizio della fine del suo potere assoluto?
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati