Quando il leader di Hezbollah avvertì i curdi: "Risolvete i problemi con il governo siriano perché gli americani vi abbandoneranno"

Quando il leader di Hezbollah avvertì i curdi: "Risolvete i problemi con il governo siriano perché gli americani vi abbandoneranno"

I curdi della Siria affermano che gli Stati Uniti non hanno mantenuto la loro promessa. Due anni fa Il segretario generale di Hezbollah li avvertì che gli statunitensi li avrebbero abbandonati al loro destino.

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Il 16 febbraio 2018, in un discorso in onore dei "comandanti martirizzati", il segretario generale libanese di Hezbollah, Sayed Hassan Nasrallah avvertì i curdi in Siria di non fidarsi degli americani, ha ricordato Al Manar.
 
Nasrallah li invitava a risolvere i loro problemi con il governo siriano, "perché gli americani alla fine li lasceranno al loro destino".
 
"Gli Stati Uniti stanno sfruttando i curdi solo per realizzare i loro piani; gli americani non esiteranno a tradire i curdi, una volta che avranno finito il loro lavoro ", precisò il numero uno Hezbollah.
 
L'anno scorso NAsrallah dichiarò: "Sappiamo che il Pentagono riceve un budget da 500 a 700 milioni di dollari sotto le spoglie del sostegno ai curdi della Siria ... A cosa serve questo budget? Dovrebbero essere spesi questi soldi per portare la democrazia in Siria o per sostenere i curdi che dovrebbero imparare dall'esperienza del passato ... Dovete sapere che attualmente gli Stati Uniti vi usano come strumento per far avanzare i loro piani, incluso il quadro della loro lotta contro la Siria, l'Iran, la Russia e l'asse della Resistenza. Ma alla fine si preoccupano solo dei propri interessi. Vi venderanno semplicemente e vi lasceranno soli."
 
All'epoca, alcuni media, in particolare quelli vicini agli insorti siriani, affermavano che le parole di Sayed Nasrallah non erano da prendere sul serio, ma nel tempo la veridicità delle sue parole si sono concretizzati.
 
L'annuncio della Casa Bianca, domenica sera, del ritiro delle truppe statunitensi dalla parte siriana del confine con la Turchia è stato ampiamente interpretato come il via libera per un'imminente offensiva di Ankara contro le forze curde, alleate degli Stati Uniti.
 

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