Riunioni segrete in caserma e "partiti al buio": il draghismo ha inizio
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I "partiti rimasti al buio". In questa frase, che prendo da un titolo del Corriere della Sera, il riferimento al "buio" illumina più che mai sullo stato miserevole degli odierni partiti i cui dirigenti (che a questi punto non si sa che cosa dirigano) tra le righe già temono di essere messi in disparte dal nuovo presidente del Consiglio.
Stato miserevole, appunto, che è uno stato di profonda ignoranza. Che altro potevano aspettarsi questi dirigenti di macchine organizzative dirette al nulla se essi stessi hanno più volte espresso la più "totale fiducia" nei confronti di Draghi con espressioni vagamente riconducibili persino alla "provvidenza"? L'esprimere fiducia incondizionata, vale a dire l'avere fede, altro non significa un non vedere ed un non sapere; quindi accettare anche la possibilità dell'inganno.
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Come se fosse una banale nota di costume, La Repubblica poi ci rende edotti del metodo Draghi: riunioni segrete in caserma e posti chiave per i "propri" uomini. È bastato un anno intero di supplenza tecnica (quella virale e medica) alla politica, per rimpiombare alle stanze segrete dell'imperatore di Bisanzio ed ai prossimi decreti reali promulgati "ex certa scientia"...