Sanità: gli stanziamenti del Governo sono del tutto inadeguati
di Federico Giusti
Senza entrare nel merito dei numeri possiamo parlare di effettivo cambio di rotta da parte del Governo? Non proprio se pensiamo che il FSN vede un certo incremento tra il 2025 e il 2026 ma poi si stabilizza e la percentuale di aumento non sembra tenere conto dell'invecchiamento della popolazione e dell'uscita della forza lavoro per sopraggiunti limiti di età. Non facciamoci allora ingannare dai numeri e dalle percentuali specie se quelli relativi ai prossimi anni prevedono pericolose oscillazioni e ribassi, dal 2027 infatti le risorse destinate alla sanità sono in diminuzione e senza avere recuperato nel frattempo i tagli degli anni passati
Esiste poi, a segnalarlo è sempre la Fondazione Gimbe, un divario tra spesa prevista e risorse assegnate che" finirà inevitabilmente per pesare sui bilanci delle Regioni che, come recentemente documentato dalla Corte dei Conti, presentano conti sempre più in rosso. Per evitare il Piano di Rientro, le Regioni saranno costrette a scelte dolorose che ricadranno sui cittadini: ridurre i servizi o aumentare le tasse".
Spunta allora la verità sulla manvora di Bilancio: le risorse assegnate alla sanità sono del tutto insufficienti e ben presto le Regioni dovranno adottare misure lacrime e sangue o feroci riduzioni di spesa perchè i fabbisogni sanitari andranno a scontrarsi con le risorse realmente disponibili che essendo insufficienti non garantiranno al SSN di svolgere pienamente il suo ruolo.
La Manovra prevede la solita mancetta elettorale ossia l'incremento dell’indennità di specificità pari a € 280 milioni annui a partire dal 2026, ci chiediamo se non sia invece preferibile un incremento stipendiale duraturo nel tempo e soprattutto a partire dal cosiddetto stipendio di base ad esempio innalzando i salari, la paga oraria, gli inquadramenti contrattuali e al contempo porre fine a tutti i tetti di spesa da qui a 5 anni per aumentare gli organici e riportare i salari a guadagnare il potere di acquisto perduto.
Al contrario invece crescono le risorse destinate al privato, alla spesa farmaceutica, alla sanità privata e convenzionata in generale, l'esatto contrario di quanto era stato annunciato.
Chiudiamo citando integralmente alcune dichiarazioni:
"Nonostante gli annunci e le cifre altisonanti – conclude Cartabellotta – la Legge di Bilancio delude le legittime aspettative di professionisti sanitari e cittadini, oggi alle prese con un Ssn che fatica sempre più a rispondere ai bisogni di salute della popolazione. L’analisi delle risorse destinate alla sanità evidenzia alcune criticità estremamente rilevanti. Innanzitutto, il boom di risorse riguarda solo il 2026, quando il Fsn aumenta di € 6,6 miliardi, di cui quasi due terzi derivano da stanziamenti precedenti e destinati ai rinnovi contrattuali del personale sanitario. Per il biennio 2027-2028, invece, gli importi assegnati sono esigui, senza alcun segnale di rilancio progressivo del finanziamento pubblico, come conferma la riduzione della quota di Pil destinata al Fsn. In secondo luogo, le risorse risultano disperse in numerosi rivoli: una scelta che mira a non scontentare nessuno, ma che priva la Manovra di una visione strategica per il rilancio del Ssn: le Regioni, già in difficoltà, si trovano così a operare con margini di bilancio sempre più stretti e a dover attingere a risorse proprie per colmare il gap tra le previsioni di spesa sanitaria e i fondi effettivamente assegnati.