Sul gas l'Unione Europea ha sbagliato strategia. Qual è il ruolo della Russia?
Nell’attuale crisi energetica, che potrebbe aggravarsi con l’arrivo dell’inverno dove aumenterà molto la richiesta soprattutto di gas, una componente non trascurabile è da ricercare nei tentativi di colpire la Russia. Un tentativo maldestro e fallito. Infatti, proprio a causa dell'aumento dei prezzi del petrolio e del gas nel 2021, la Russia potrebbe ricavare 40 miliardi di dollari in più del previsto: “Secondo l'agenzia Fitch, nel 2021 le entrate del bilancio da petrolio e gas potrebbero ammontare a circa 125 miliardi di dollari, 50 miliardi di dollari in più rispetto al 2020 e circa 40 miliardi di dollari in più rispetto a quanto sarebbe stato se i parametri macroeconomici fossero stati in linea con le nostre aspettative per quest'anno anno”.
Ma la Russia è davvero responsabile dell’aumento dei prezzi?
Secondo l’ex cancelliere tedesco Schroeder i rialzi non sono da imputare all’atteggiamento della Russia. Secondo il politico tedesco Mosca così come la vecchia Unione Sovietica sono partner affidabili. “Per più di 50 anni, la Russia, come l'ex Unione Sovietica, è stata un fornitore affidabile, anche durante la Guerra Fredda”.
In un articolo apparso su Handelsblatt l’ex cancelliere tedesco ha osservato che sebbene i prezzi del gas per i consumatori finali siano aumentati meno rispetto ad altre fonti di energia fossile, è stato l'aumento dei prezzi del gas a causare più discussioni polemiche, e alcuni media hanno iniziato a incolpare la Russia.
Ma studi seri “affermano che le ragioni dell'aumento dei prezzi devono essere ricercate nel mercato internazionale del gas: aumento della domanda, tendenze globali nel mercato mondiale e condizioni meteorologiche”, scrive Schroeder.
In Germania, Francia, Paesi Bassi, Italia, Spagna e Gran Bretagna, ossia le maggiori economie europee, la domanda di gas nella prima metà di quest'anno è aumentata del 12%. L'ex cancelliere ha dunque ricordato che le economie dei paesi europei hanno iniziato a riprendersi dalla recessione a causa dei blocchi nel 2020, e questa circostanza unita al prolungato freddo inverno dello scorso anno ha portato al fatto che il riempimento degli impianti di stoccaggio del gas quest'anno è iniziato con un mese di ritardo rispetto al solito.
Secondo Schroeder, forniture aggiuntive potrebbero essere fornite da Norvegia e Russia, ma l’Europa non dovrebbe fare affidamento sul gas liquefatto dagli Stati Uniti: questo viene destinato all'Asia.
Nel periodo da gennaio ad agosto, la Cina ha acquistato il 22% in più di gas naturale liquefatto (GNL) rispetto all'anno precedente, mentre l'Europa, al contrario, ha acquistato il 17% in meno di GNL.
"È interessante notare che in questo periodo gli Stati Uniti hanno quadruplicato le forniture di GNL alla Cina. Da un lato, gli Stati Uniti chiedono che l'Europa riduca gli scambi con la Cina e, dall'altro, sfruttano ogni opportunità per vendere con profitto gas non all'Europa, ma alla Cina. La ripresa economica in Asia e la associata crescita della domanda sono fattori chiave per i prezzi elevati nel mercato globale", scrive Schroeder.
Allo stesso tempo, la Russia, al contrario, sta aumentando le forniture all'Europa.
"Per più di 50 anni, la Russia, come l'ex Unione Sovietica, è stata un fornitore affidabile, anche durante la Guerra Fredda".
Schroeder esprime il parere che la situazione del mercato del gas si stabilizzerà nei prossimi mesi, anche grazie alle forniture dalla Russia e dalla Norvegia, e al graduale riempimento degli impianti di stoccaggio del gas.
Una partita, quella del gas, con grossi interessi geopolitici e geoeconomici. Come testimonia il caso ucraino. Da una parte Kiev agisce come punta di lancia dell’occidente contro la Russia, ma al contempo chiede a Mosca di continuare a far transitare il suo gas diretto in Europa attraverso l’Ucraina perché il paese non può fare a meno degli introiti derivanti dal transito del gas di Mosca.
“È molto importante per noi preservare il transito del gas che attraversa il nostro territorio, perché nessuno vuole perdere 2 miliardi di dollari legittimi (questo è quanto la Russia paga l'Ucraina per il transito)”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’edizione ucraina di Business.Censor.
A questo proposito il leader ucraino ha aggiunto che il completamento del gasdotto Nord Stream 2, che collega direttamente Russia e Germania bypassando l’Ucraina, pone nuove sfide per Kiev.