"Terra, Casa e Lavoro". I movimenti popolari realizzeranno in Bolivia il secondo incontro Internazionale

"Terra, Casa e Lavoro". I movimenti popolari realizzeranno in Bolivia il secondo incontro Internazionale

Il presidente boliviano Evo Morales e Papa Francesco chiuderanno quest’incontro che dal 7 al 9 luglio vedrà riuniti in Santa Cruz de la Sierra i rappresentanti di 1500 movimenti popolari per discutere le problematiche che affliggono i poveri, soprattutto quelli del Terzo Mondo, vale a dire: "Terra, Casa e Lavoro".

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di Heitor de Figuereido per l'Antidiplomatico

Quando Papa Francisco si riunì in Vaticano con i delegati dei movimenti popolari di mezzo mondo il 28 ottobre del 2014 molti giornalisti della “Grande Stampa” considerarono l’evento una manifestazione un po’ folclorica e un po’ confessionale, visto che il papa non si era apertamente manifestato contro il “Dio Denaro”. Per altri analisti, come quello del rappresentativo Huffington Post, l’incontro del 28 ottobre aveva, finalmente, rivelato l’essenza comunista della Teologia della Liberazione, presentando il nuovo papa-gesuita argentino come un moderno Camillo Torres Restepo in versione vaticana.  

Qui l'Incontro a Roma nell'ottobre 2014 tra Papa Francesco e Evo Morales:


Chissà cosa scriveranno nel prossimo mese di luglio, quando la città di Santa Cruz de la Sierra riceverà all’incirca cinque mila persone, di cui 1700 rappresentanti ufficiali di tutti i movimenti popolari del continente latino-americano, oltre a delegazioni di movimenti africani, asiatici e europei.

Un incontro che comincerà a definire alcune proposte concrete per i grandi temi enunciati nell’incontro del 2014. Vale a dire la certezza di avere un pezzo di terra da coltivare e poter vivere con dignità, la necessità di una casa nelle grandi metropoli e nelle aree rurali e la garanzia di un lavoro giustamente retribuito. Assieme a questi tre argomenti centrali, i rappresentanti dei movimenti popolari presenteranno proposte per discuter l’evoluzione di tre questioni – pace, sovranità e solidarietà -  che investono il funzionamento e le attività delle istituzioni politiche e, quindi, la vita di intere società.

Quella che i boliviani e, in pratica la maggior parte dei popoli andini e amazzonici, auspicano “La salvación de la Madre Tierra” sarà il monito che questo incontro lancerà all’umanità, in particolare ai paesi ricchi del Nord. Infatti, durante i tre giorni dell’incontro saranno definite proposte programmatiche che poi saranno sistematizzate in un documento finale che Papa Francisco riceverà dal presidente della Bolivia, Evo Morales, prima della chiusura dell’incontro per presentarlo, in seguito, nella prossima Assemblea delle Nazioni Unite.

Sarà, certamente, un documento polemico dal momento che il cosiddetto modello di sviluppo globale del mercato sta facendo acqua non solo dal punto di vista economico-finanziario ma, soprattutto in termini istituzionali e geopolitici. Un contesto fin troppo evidente se si considerano i conflitti armati esistenti e l’abbassamento progressivo dei livelli di vita nei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo del Sud ma anche nelle ricche società del Nord. Regioni dove il fosso tra ricchi e poveri è sempre più profondo e il benessere è diventato una prerogativa per specifici settori privilegiati, mentre la povertà comincia ad essere una condanna in assoluto per la maggior parte dei gruppi sociali che devono sopravvivere con il solo lavoro.   

Secondo João Pero Stédile, principale leader del Movimento dei Senza Terra brasiliano (con circa due milioni di membri, di cui 500.000 accampati e in attesa di una Riforma  Agraria dopo aver occupato le terre pubbliche), questo secondo incontro è estremamente importante perché:”…I movimenti popolari non accetteranno più promesse aleatorie o giustificazioni che rappresentano perfetti alibi per i poderosi continuare a sfruttare e a manipolare la maggioranza della popolazione di questi continenti. L’anno passato non ci siamo riuniti con il Papa per commuovere i benpensanti per poi aspettare l’invio di limitati piani assistenziali delle Ong che aiutano solo a anestetizzare i gravi problemi che affliggono l’umanità…”.

Successivamente il leader dell’MST brasiliano ha ricordato che:” … nell’incontro di Santa Cruz de la Sierra faremo il punto della situazione analizzando non solo l’aumento dei problemi sociali, come per esempio le cause e le conseguenze dei movimenti migratori. Esamineremo, soprattutto l’evoluzione di questa sfrenata globalizzazione economica che sta precarizzando la qualità della vita anche nei paesi ricchi del Nord, rovinando l’agricoltura con i nuovi semi OGM, gli ormoni per ingrassare gli animali, i pesticidi Randoup, lo sviluppo delle monoculture. Fenomeni che accelerano l’espulsione di migliaia di contadini verso le città dove si adattano a fare qualsiasi tipo di lavoro pur di sopravvivere…

Parole dure che, purtroppo, rispecchiano una realtà in crisi, più volte denunciata da Stédile ma anche dal cardinale ghanese, Peter Turkson, presidente del Consiglio Vaticano per la Giustizia e la Pace, da Juan Grabois della Con­fe­de­razione dei Lavoratori dell'’economia Popolare argentina (Ctep)­, da Xaro Castelló del Movimento Mondiale dei Lavoratori Cristiani e da Jokin Aprputham del Coordinamento della Federazione per le Occupazioni Popolari in India, secondo i quali i poveri, oggi, vogliono essere sempre più protagonisti nello sviluppo delle società.  (H.de F.)

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