Una Finanziaria di guerra

La legge di Bilancio 2024 si ricorda degli investimenti tecnologici quasi solo a scopo militare

2222
Una Finanziaria di guerra

 

di Federico Giusti

Nella manovra economica da poco presentata, e contro la quale il 29 Novembre ci sarà lo sciopero generale non solo della CGIL ma di buona parte del sindacalismo di base, le spese militari non raggiungono le cifre auspicate dalla Nato ma restano comunque  parte rilevante delle complessive uscite se pensiamo alla loro ininterrotta crescita da dieci anni a questa parte e a  ritmi incalzanti  dal 2019 ad oggi.
 
La manovra prende in esame un parametro, quello della crescita ipotetica del Pil e del tasso di disoccupazione di equilibrio, criticati per la scarsa affidabilità scientifica dall'economista Emiliano Brancaccio , ci si muove dentro un quadro economico reale assai deludente e tale da smentire le previsioni già  al ribasso della Banca d'Italia. E in ogni caso l'Italia si è adeguata ai nuovi parametri di Bilancio comunitari in fretta e furia accogliendone la versione più ristrettiva in termini di spesa.
 
Il tasso di crescita economico, per riferirci ai canonici riferimenti, previsto dal Governo è attorno all'1%, l'economia reale italiana cresce meno della metà e se questi dati saranno confermati presto si renderà necessaria una manovra aggiuntiva con ulteriori tagli.  Stiamo parlando di una manovra che farà uscire la nostra economia dalla crisi? Ovviamente no perchè le entrate fiscali sono ridotte ai minimi termini.
 
Se poi guardiamo alla spesa sanitaria, dati alla mano, andremo a spendere lo 0,4% in meno della media dell'ultimo decennio, cifre inferiori alle reali necessità e alla media di molti altri paesi Ue.
 
9,1 miliardi di euro nel 2025 destinati alla difesa, tagli alle risorse destinate alla salvaguardia dei territori dal rischio di frane e smottamenti, tagli alla transizione verde ma investimenti nei settori tecnologici duali che poi finiscono a loro volta nel settore della difesa essendo indirizzati a nuovi sistemi di arma.
 
Qualcuno obietta che il nostro paese è ancora lontano dal raggiungere il 2 per cento del Pil per la spesa militare chiesto dalla Nato 10 anni fa ai suoi paesi membri, a Manovra approvata dovremmo guardare invece i singoli capitoli di bilancio, inclusi quelli non legati al Ministero della Difesa ma parte integrante delle uscite "belliche",  a quel punto potremo trarre qualche conclusione ulteriore.
 
Anche senza raggiungere il 2 per cento la spesa in armamenti cresce costantemente, passata da 7,3 a 13 miliardi di euro in meno di 5 anni, in percentuale parliamo di un più 70%,  al contempo si lesinano fondi per l' innovazione considerando lo sviluppo tecnologico rilevante soprattutto se a fini di guerra.
 
Una manovra che   non destina fondi dove serve (ricerca, lavoro, welfare e sanità), evitando di ripristinare aliquote fiscali progressive e una tassa sui grandi patrimoni ma si mostra, con tutti i limiti di una economia in grande crisi, fin troppo attenta alla spesa militare
 
Una Finanziaria di guerra contro la quale urge mobilitarsi.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte) di Giuseppe Masala Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti