Una prospettiva laica sul possibile programma economico del governo giallo-rosé

3494
Una prospettiva laica sul possibile programma economico del governo giallo-rosé



di Giuseppe Masala
 

Mano mano che passano le ore emerge la seguente volontà in materia economica per quanto riguarda il nuovo governo: sostanziale modifica della cosiddetta "Quota 100" e del "Reddito di cittadinanza". Ovviamente modifice in senso restrittivo.

Al di là della motivazione tattica di voler umiliare il Movimento Cinque Stelle dietro questa proposta vi sono sostanziali motivazioni economiche. La Germania e l'Europa stanno entrando in una evidente fase recessiva che a guardare la patologia dei tassi negativi potrebbe essere anche drammatica. Per contrastare questa spirale la Germania ha già annunciato un piano da 50 mld di euro. Bene, molti economisti italiani hanno immediatamente fatto i salti di gioia prospettando magnifiche sorti e progressive fatte di deficit spending di tipo keynesiano. Ingenuotti. Dopo trenta anni di coabitazione europea non hanno ancora capito come lavorano i tedeschi. Io mi aspetto agevolazioni alle imprese di vario tipo con il risultato finale di abbassare il costo unitario di prodotto e dunque con il fine di dare respiro alle aziende esportatrici tedesche. Detto in altri termini rischiamo di vederci invasi da prodotti tedeschi a basso costo che spiazzano le nostre merci e i nostri servizi. Detta papale papale se così fosse (ma non mi sbaglio) i tedeschi intendono uscire dalla crisi in arrivo semplicemente aumentando l'aggressività sui prezzi delle loro aziende e in defintiva vorrebbero far pagare la crisi ai partner europei. As usual.

E' chiaro che in un'ottica del genere è assolutamente comprensibile l'idea di tagliare dal reddito di cittadinanza e da quota cento per destinare le risorse risparmiate magari ad una riduzione del cuneo fiscale. Così da rilanciare la competitività delle nostre merci e controbilanciare per quanto possibile i provvedimenti studiati dai tedeschi.

Ciò che però fa arrabiare di questa situazione è l'opportunismo tedesco. La via maestra infatti sarebbe spendere, spendere, spendere. Così come vogliono giustamente Trump e gli inglesi, stufi di foraggiare l'industria tedesca con le loro importazioni (basta fare quello e scoppia immediatamente la pace con gli inglesi e con gli americani, inutile girarci attorno). E la Germania se lo può permettere: hanno circa 1300 mld di surplus verso l'estero il che significa che ad occhio possono sostenere ulteriori 2000 mld almeno di debito pubblico. Ma fare ciò significa non essere più i padroni dei paesi in deficit verso l'estero (esempio, Grecia, Spagna, Portogallo ed est europeo). Spendere significa importare, far lavorare gli altri. E non se ne parla proprio evidentemente; infatti tengono il 50% dei loro pensionati con pensioni inferiori a 1000 euro (la Germania! Sono ricchi sfondati!). Perchè non c'è niente da fare, usano i loro capitali generati dall'enorme surplus accumulato come Guderian utilizzava le sue Panzer Division. L'Unione Europea incentrata sul dumping commerciale e sulla concorrenza sfrenata non è nient'altro che la terza riedizione del Programma di Settembre di von Bethmann-Hollweg del 1914 (la seconda riedizione fu il Piano Funk del 1936, per essere chiari).

Da qui non si scappa. E prima prendiamo atto di questa triste realtà e meglio sarà. In qualsiasi caso inglesi e americani si prenderanno la briga di risolvere la questione spero una volta per tutte (a noi scegliere da che parte stare).

Scusate il sermone non richiesto, ma credo fosse importante dire ciò che ho detto.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West di Raffaella Milandri Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro di Paolo Desogus Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro

Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria di Geraldina Colotti La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

In Polonia arrestano gli storici russi di Marinella Mondaini In Polonia arrestano gli storici russi

In Polonia arrestano gli storici russi

Tecnodistopia di Giuseppe Giannini Tecnodistopia

Tecnodistopia

A chi giova l'overtourism? di Antonio Di Siena A chi giova l'overtourism?

A chi giova l'overtourism?

DELENDA EST di Gilberto Trombetta DELENDA EST

DELENDA EST

Paradossi della società italiana di Michele Blanco Paradossi della società italiana

Paradossi della società italiana

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia di Giorgio Cremaschi John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti