Unione Europea: Lo scontro Est-Ovest prossimo venturo

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Unione Europea: Lo scontro Est-Ovest prossimo venturo


 

Come previsto dai segnali evidenziati in passato, la Commissione europea ha in programma di spostare decine di miliardi di euro in finanziamenti comunitari dai paesi dell’Europa orientale a quelli dell’Europa meridionale con l’obiettivo di punire i ribelli e ricondurli alla disciplina politica imposta da Bruxelles. La riforma sarà uno dei punti più controversi della stesura del prossimo bilancio europeo, il Multiannual Financial Framework (MFF) per il periodo 2021-2027 che segnerà profondi mutamenti nella distribuzione dei 350 miliardi di euro di fondi strutturali per la coesione e lo sviluppo destinati alle zone più deboli dell’Unione europea.

 

Emmanuel Macron e Angela Merkel sono i principali sostenitori dell’idea di usare il MFF per governare la Ue, ma la cosa che ancora non era stata chiarita è se e come la Commissione europea avrebbe effettivamente avuto la possibilità di imporsi sugli Stati membri e dettare delle linee guida molto severe per decidere come manipolare a proprio piacimento l’allocazione delle risorse. La via è stata trovata.

 

Dopo l’allargamento a Est del 2004 i fondi della Ue furono destinati allo sviluppo dei nuovi stati membri per colmare il gap tra i paesi occidentali e i nuovi arrivati dell’ex blocco sovietico. Bruxelles ha intenzione di mettere da parte i vecchi parametri basati esclusivamente su valutazioni economiche rimpiazzandoli con criteri più ampi come la disoccupazione giovanile, i livelli di istruzione, il tasso di innovazione, il trattamento dell’ambiente e l’accoglienza dei migranti. Non solo, nell’allocazione delle risorse si vuole tenere conto anche della conformità nell’applicazione dello stato di diritto, dell’impegno nella lotta alla corruzione e altri parametri considerati “coesione dei valori” dell’Unione europea.

 

Non ci vuole molto a capire che tutto questo serve a mettere direttamente nel mirino la Polonia, l’Ungheria e tutti quei paesi dell’est ormai da tempo ai ferri corti con la Commissione per via del comportamento con i migranti e di un’interpretazione della democrazia che Bruxelles considera autoritario e antidemocratico. Varsavia ha già dichiarato che l’idea di collegare l’erogazione di fondi strutturali a cose come lo stato dell’indipendenza della magistratura nel proprio Paese è un attacco alla sovranità nazionale. Anche Budapest, dove Viktor Orban è più trionfante e scatenato che mai, non tarderà a farsi sentire.

 

Un ruolo fondamentale sarà giocato dalla disponibilità all’accoglienza dei migranti: non vuoi accogliere i rifugiati? Non avrai i fondi strutturali. Quello dell’accoglienza dei migranti è un parametro particolarmente controverso perché potrebbe riportare fondi nei paesi ricchi, come la Germania e la Svezia che hanno accolto quote considerevoli di rifiugiati. La nuova strategia potrà essere imposta in fase di negoziato mettendola ai voti. Questo significa che per annullare la decisione è necessario che nel Consiglio emerga un’improbabile maggioranza qualificata di stati membri, ma il Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Cechia e Slovacchia) da solo non è sufficiente a mettere in minoranza sostenitori e beneficiari del nuovo sistema.

 

Diversificare gli obiettivi e la distribuzione dei fondi europei avrebbe anche una sua logica, ma impostarla in maniera così ostile è pericoloso. I paesi dell’Europa dell’Est sono entrati nell’Unione europea per interesse economico e per aderire al blocco geopolitico della NATO, non per aderire a un progetto di super-stato europeo che gli dica costantemente cosa fare e cosa non fare. Se dovessero cominciare a vedere la Ue esclusivamente come una minaccia senza opportunità reagiranno di conseguenza, il comportamento degli ultimi anni ha dimostrato che non sono disposti a farsi piegare da Bruxelles e non provano nessun complesso di sudditanza nonostante siano beneficiari netti dei fondi strutturali europei.

 

Il Commissario europeo del budget, Gunther Oettinger, annuncerà la sua proposta per il MFF 2021-2017 la settimana prossima. Questi negoziati non saranno semplicemente i più difficili e velenosi di sempre: potrebbero essere gli ultimi.

 

 

Federico Bosco

 

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