USA, Bernie Sanders contro la politica delle frontiere aperte: «C'è molta povertà, arriverebbero persone da tutto il mondo»
L'esponente socialista del Partito Democratico statunitense ribadisce che quella delle frontiere aperte è una proposta di destra
Il senatore democratico del Vermont, Bernie Sanders, uno dei pochi in nordamerica a definirsi socialista senza alcuna remora, torna a parlare della spinosa questione immigrazione. L’esperto politico statunitense assume una posizione mediana tra i sostenitori delle frontiere aperte e chi vorrebbe chiuderle alzando muri come Donald Trump che ha intenzione così di blindare la frontiera con il Messico.
A Sanders in Iowa gli è stato chiesto sostegno - come riferisce Newsweek - per l’apertura delle frontiere statunitensi. Sanders è contrario: «Penso che ciò di cui abbiamo bisogno sia una riforma totale della legge sull’immigrazione».
Sulla questione delle frontiere aperte è perentorio: «Oh mio Dio, c'è molta povertà in questo mondo, e arriverebbero persone da tutto il mondo. E non penso che sia qualcosa che possiamo fare in questo momento. Non possiamo farlo» (VIDEO).
La rivista statunitense scrive inoltre che Trump ha accusato gli oppositori di entrambe le parti, ma in particolare i democratici, di sostenere una politica dei confini aperti, che permetterebbe a ‘criminali’ e ‘terroristi’ di poter accedere al territorio degli Stati Uniti con estrema facilità. I leader democratici hanno fatto marcia indietro, sottolineando che appoggiano le frontiere sicure e, come afferma Sanders, vogliono una riforma globale dell’immigrazione. Ma si sono fermamente opposti al piano del presidente di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, poiché ritengono che una tale misura si rivelerebbe inefficace e costosa.
La posizione espressa da Sanders sulla questione immigrazione non è nuova. Nel 2015 bollò l’apertura dei confini come una «proposta di destra», non a caso propugnata dai fratelli Koch. Aprendo i confini, spiegò Sanders ai microfoni di Vox, «renderebbe più poveri gli americani. sarebbe la fine del concetto di Stato-nazione.
Se credi nell'idea di Stato-nazione, ritengo che tu abbia anzitutto il dovere di fare tutto il possibile per aiutare le persone nel tuo Paese. I conservatori, i padroni in questo Paese non sognano altro che una politica di frontiere aperte, per portare dentro gente disposta a lavorare per 2-3 dollari l'ora. Per loro sarebbe una manna dal cielo. Io la penso in maniera completamente diversa. Io penso dovremmo aumentare i salari. Penso che dovremmo fare tutto il possibile per creare milioni di posti di lavoro per le persone attualmente disoccupate in America».
Proprio la scorsa settimana, Charles Koch, in occasione di un evento in California ha rilanciato l’idea di aprire i confini: «Vorrei permettere a tutti di venire qui per contribuire», ha affermato l'industriale miliardario lo scorso lunedì, secondo quanto riferisce The Washington Post. «Questo vale per tutta la nostra filosofia di apertura... Dobbiamo avere una società aperta - aperta a idee, persone, beni e servizi - per imparare gli uni dagli altri e beneficiarne tutti».