(Video) Slai Cobas. Dagli operai FCA di Pomigliano un solo grido: “Faremo finire la 'pacchia', quella vera, quella del padronato a danno dei lavoratori”

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(Video) Slai Cobas. Dagli operai FCA di Pomigliano un solo grido: “Faremo finire la 'pacchia', quella vera, quella del padronato a danno dei lavoratori”

Riceviamo e Pubblichiamo dal coordinamento nazionale dello Slai Cobas. Comunicato post assemblea operaia che si è svolta a Pomigliano d'Arco, ieri, 11 Gennaio 2020
 
Massimo silenzio e grande attenzione tra gli operai che hanno seguito l’analitico ‘studio di fattibilità’  presentato nella relazione introduttiva da Vittorio Granillo, il legale rappresentante pro tempore di Slai cobas deputato alla firma dei prossimi ed annunciati ricorsi giudiziari e che saranno presentati al Tribunale di Napoli ‘in progressione e per gruppi omogenei di lavoratori in relazione alla varie tipologie di discriminazione subita’… “questo perché vogliamo tutelare non solo l’80% degli iscritti al nostro sindacato ma tutti i lavoratori illecitamente trasferiti nel 2008 dalla FCA di Pomigliano al reparto-confino del WCL di Nola. Ciò in relazione alle accertate violazioni del Diritto antidiscriminatorio europeo nonché, e tra altro, del Diritto antidiscriminatorio internazionale (vedi Convenzione OIL del 1948 ratificata in Italia dalla legge 367/1958), nonché in ottemperanza della recentissima e storica sentenza (la n. 00001/20 della Cassazione) che stabilisce un sostanziale  cambio di passo della giurisprudenza di merito italiana sottoposta, in mancanza, alla spada di Damocle delle sanzioni europee. In questo senso abbiamo allertato la Corte di giustizia europea  per il ‘conseguente monitoraggio’ “.
 
 Prossime iniziative: un convegno pubblico nazionale a Pomigliano in parallelo all’attivazione in progress delle specifiche iniziative giudiziarie.
 
 A tutto campo Mara Malavenda ha inquadrato la rilevante sentenza della Cassazione nella sua evidente valenza generale nonché di necessario ripristino in Italia dei fondativi valori della Costituzione:   “Con queste  iniziative stiamo riportando il diritto antidiscriminatorio nel suo ambito ‘giusto ed originario’, cioè all’interno dei rapporti sociali di produzione, considerato che la società è basata sull’economia e le sue modalità di realizzazione. Non a caso la Carta costituzionale  dispone (tra cui gli artt. 39 e 41 nonché il Principio Lavorista alla base della sua intera filosofia), che la democrazia è fondata sulla parità di poteri costituzionalmente protetti e conferiti in eguale misura sia alla libertà dell’iniziativa privata (vincolata comunque alla funzione di utilità sociale) che alla libertà dell’iniziativa sindacale . Venendo a mancare, da circa 40 anni la seconda’, a seguito della ‘strategia dell’EUR perseguita all’epoca dalla CGIL e considerato il successivo azzeramento dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (divieto di licenziamento senza giusta causa) stabilito dalla legge Fornero e poi  confermato da jobs act di Renzi e decreto dignità di Di Maio, ci troviamo oggi in Italia di fronte ad un gravissimo vulnus democratico, un vero e proprio progetto eversivo ed autoritario, ancora in corso, che come sindacato stiamo sconfiggendo: è in questo senso che possiamo oggi ragionevolmente asserire che… sta per finire la ‘pacchia’, quella vera, quella del padronato a danno dei lavoratori!”
 
 All’attivo, tra altri, è intervenuto il costituzionalista Carlo Amirante che si è espresso sulla “capacità operaia di ‘nuova resistenza’ alle nuove forme di moderno fascismo imperanti nel terzo millennio e date dalla progressiva trasformazione autoritaria a livello locale e globale del capitale a discapito della classe operaia, dei lavoratori e dell’intera società: gli operai di Pomigliano stanno dimostrando oggi che è possibile opporsi”.
 

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