Zelensky gioca alla terza guerra mondiale e tiene in ostaggio il nostro servizio pubblico

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Zelensky gioca alla terza guerra mondiale e tiene in ostaggio il nostro servizio pubblico

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Ci sono alcuni punti salienti della visita di Zelensky in una Roma blindata, militarizzata, con enorme dispiegamento di forze e soldi, che mi hanno colpita.
 
L'incontro con il Papa.
 
Già il simbolismo della contrapposizione stridente, iconica, tra il regalo del Papa (un rametto di ulivo di bronzo) e quello di Zelensky, (una decorazione su un giubbotto militare), basteranno alla Storia per definire figurativamente questo tragico evento.
 
L'ex comico scarica immediatamente il Papa e il suo tentativo di mediazione per un percorso di Pace.
 
E lo fa su Rai uno, servizio pubblico pagato dagli italiani, ospite palesemente sbracato di Bruno Vespa.

«Parlare con Putin? (risatina) No, di cosa dovremmo parlare?......Potrebbe fare dei passi diplomatici, ma un anno dopo ricomincerebbe a uccidere di nuovo».
Quindi esclude immediatamente senza se e senza ma qualsiasi tavolo di Pace, qualsiasi tentativo di soluzione diplomatica, qualsiasi trattativa per porre fine alla morte quotidiana del suo stesso popolo.
 
Sull'incontro con il Papa è infatti lapidario, sprezzante, sembra che abbia la puzza o comesichiama sotto il naso.
 
«Con tutto il rispetto per Sua Santità, noi non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta». ha detto il leader ucraino a Porta a Porta. 

E ancora, per specificare che questa "pace giusta" non è neppure un suo obiettivo: «Noi invitiamo il Papa, come altri leader, per lavorare ad una pace giusta ma prima dobbiamo fare tutto il resto».
 
"Prima dobbiamo fare tutto il resto", cioè vincere, sterminare fino all'ultimo ucraino, fino all'ultimo russofono, fino all'ultimo essere umano nato in Donbass o in Crimea?

«Non si può fare una mediazione con Putin, nessun Paese al mondo lo può fare», ha aggiunto.

Nessuno può essere mediatore di Pace, solo armi e morte devono parlare o tacere.
 
Nella puntata di Vespa evidentemente il presidente ucraino doveva sentirsi proprio a suo agio, perché ha rivelato al mondo che la Cina gli ha promesso di non aiutare militarmente la Russia.
 
«Ho parlato con il leader cinese, abbiamo discusso questioni importanti, ho detto che contiamo che Pechino non fornisca armi a Mosca. Xi ha risposto che non daranno le armi e non sosterranno la Russia».
 
Quindi ha negato, ovviamente, che l'Ucraina abbia responsabilità sull'attacco dei due droni al Cremlino. Secondo Zelensky è Putin ad avere paura, tanta paura di morire da rendere irrealizzabile, una bufala insomma, qualsiasi minaccia nucleare da parte della Russia.
 
«Credo che Putin non userà le armi nucleari. Nessuno può sapere che cosa passa per la testa del presidente russo, ma non dobbiamo avere paura». E ha aggiunto, cercando di trasformare il presidente della Federazione Russa da "malato terminale" in imbelle e tremante psicopatico tanatofobico, :«Putin ha tanta voglia di vivere e cercherà di fare di tutto per vivere».

Ad una domanda sulla possibilità che le prossime elezioni negli USA possono cambiare i rapporti di forza, se Trump dovesse diventare Presidente,  Zelensky risponde da Vespa: "non so se Donald Trump potrà aiutarci in questa situazione". E aggiunge, non proprio velatamente, che Trump stesso è corresponsabile dell'attuale situazione, per non essersi reso conto a suo tempo... "Voglio ricordare che ho incontrato Trump quando eravamo entrambi presidenti e non c'era un'invasione su larga scala, ma un'aggressione visto che Donbass e Crimea erano state occupate, non sono sicuro che all'epoca si rendesse conto, non sono sicuro fosse una sua priorità. Nessuno ha risolto la questione e Putin ha ricevuto questo segnale, ecco perché è andato avanti".

Quindi la minaccia: 

«So che se l'Ucraina cade, il passo successivo è la Moldavia e poi i Paesi baltici. Putin arriva lì, forse non Italia, ma i Paesi baltici sono membri della Nato e voi dovrete mandare lì in guerra i vostri figli».

Cioè:

Siete membri della NATO, non siete costretti a mandare a morire i vostri ragazzi in Ucraina, perché noi non siamo un Paese NATO, ma se non ci aiutate in tutti i modi a sconfiggere la Russia, mandando armi e soldi, riducendo praticamente il vostro Paese, la vostra Storia, la vostra cultura, in una acefala grancassa di propaganda di guerra,  sarete voi a dover mandare a morire i vostri figli.

D'altronde oggi l'Italia, per bocca della Meloni, "scommette" sulla vittoria dell'Ucraina.
 
Mi auguro che i cittadini italiani prendano finalmente atto che gli enormi sacrifici per l'invio di armi all'Ucraina non serve e non servirà mai ad agevolare i negoziati di pace.

Non ci resta che firmare per chiedere di poterci esprimere attraverso il referendum.

È una responsabilità morale e storica cui non possiamo sottrarci, se non vogliamo essere complici.

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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