Afghanistan: l'Onu certifica che dopo 15 anni di invasione Usa è di fatto uno 'stato fallito'
Un rapporto dell'Ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe e il crimine, UNODC, pubblicato il 23 ottobre, contiene cifre preoccupanti sulla coltivazione del papavero e il totale fallimento del tentativo di sradicare la produzione di oppio in Afghanistan.
La produzione di oppio in Afghanistan è aumentata del 43% rispetto allo scorso anno, dice un rapporto delle Nazioni Unite: mentre 3300 tonnellate di oppio sono state prodotte nel 2015, 4800 tonnellate sono state raccolte durante la 2016.
Secondo il capo dell'agenzia anti-droga dell'UNODC a Kabul, Andrey Avetisyan, "il papavero da da vivere da tre a quattro milioni di afgani", il 10% la popolazione del paese.
Secondo le informazioni contenute in questo rapporto, la superficie totale della coltivazione di papavero da oppio è aumentata del 10% a 201.000 ettari. L'aumento della produzione di oppio sarebbe anche collegata ad una maggiore resa per ettaro. Così, nelle regioni occidentali e meridionali del paese - che producono l'84% dell'oppio afgano - i rendimenti sono aumentati da 16 a 22 chilogrammi per ettaro, con un incremento del 46%.
Il rapporto dell'UNODC spiega anche che il lancio delle operazioni per l'eliminazione delle colture di papavero è stata minata da problemi logistici e dalla presenza dei talebani, che proteggono le piantagioni di oppio di cui hanno bisogno per finanziare le loro azioni e la lotta contro chi è al potere.
La campagna di eradicazione non ha avuto quasi alcun effetto nel 2016. E' stata condotta in sette province, invece di dodici, con un saldo di 355 ettari estirpati, contro 3760 ettari nel 2015.
Nel suo rapporto, l'UNODC ha riferito che "la resistenza dei contadini alle operazioni di eradicazione è talvolta stata violenta." La chiave di questa resistenza è spiegabile con un commento di Andrey Avetisyan: "Le province che coltivano papavero sono anche le uniche che possono fare a meno dell'assistenza internazionale."