Argentina, Macri brinda alla repressione: «Chi lancia una pietra è disposto a uccidere»
Dopo la dura repressione, la criminalizzazione. L’aria natalizia del saluto agli impiegati e i giornalisti presso il Palazzo del Governo, non ammorbidisce la posizione di Mauricio Macri. Il presidente argentino ha infatti chiesto pene severe per chi si è opposto a una riforma delle pensioni che porta l’età per l’uscita dal lavoro a 70 anni. Mentre l’aspettativa di vita degli argentini si ferma a 72 anni.
«Chi lancia una pietra è disposto a uccidere» ha affermato Macri, sottolineando che «non può esistere che chi compie un attentato o un tentativo di omicidio sia liberato dopo 24 ore».
Il presidente neoliberista ha poi ribadito il concetto: «Una pietra può uccidere una persona, chi lancia una pietra è disposto a uccidere». Un singolare cambiamento di opinione quello operato da Macri che ha represso oltre ai pensionati finanche i parenti delle vittime del sommergibile ARA San Juan. I quali chiedono di sapere chi e cosa abbia ucciso i propri cari.
#SOSArgentina Esta es la "DEMOCRACIA" de #Macri pic.twitter.com/xYE7AUCpTf
— CRBZ Venezuela (@CRBZ_oficial) 19 dicembre 2017
Basti pensare che nei mesi in cui il Venezuela era scosso da manifestazioni violente, con veri e propri commando paramilitari che mettevano a ferro e fuoco il paese al fine di destabilizzarlo, nell’ambito di una più ampia strategia golpista ordita dall’opposizione, Mauricio Macri non perdeva occasione per attaccare il governo Maduro accusandolo di violare i diritti umani dei manifestanti.
Macri repudia la represión en Venezuela mientras la aplica en Argentina. La doble moral del PRO. pic.twitter.com/g22IyPdOu0
— Gabriel Solano (@Solanopo) 20 aprile 2017
Vamos a retirarle a Nicolás Maduro la Orden del General San Martín, por la violación sistemática de su gobierno a los derechos humanos
— Mauricio Macri (@mauriciomacri) 3 agosto 2017
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