"Assalto a Capitol Hill": crollano le fake news sulla morte di Sicknick
L’agente di polizia Brian Sicknick non fu ucciso durante l’assalto di Capitol Hill, ma è morto di morte naturale, a causa di un ictus. Questo il responso del medico legale, arrivato solo ieri, a distanza notevole da quel drammatico 6 gennaio 2021.
La notizia è passata quasi inosservata negli Stati Uniti, che stanno attendendo con ansia l’esito del processo a Derek Chauvin, il poliziotto che uccise George Floyd, assassinio che diede il via alla ribellione degli afroamericani e che tanto ha inciso sul nuovo corso mondiale.
La sentenza si annuncia storica e oscura altre notizie, pure importanti e forse più importanti, dato che l’esito del processo Chauvin è scontato, a meno di non voler incendiare nuovamente l’America, con fiamme stavolta non gestibili dalla politica come in precedenza (ché quell’assassinio fu addossato a Trump, con tutto quel che ne è seguito).
E forse aver scelto proprio questo giorno per annunciare la morte naturale di Sicknik fa parte di un copione, dato che in giorni normali l’annuncio avrebbe avuto ben altra eco.
La morte di Sicknik fu attribuita alla furia di alcuni manifestanti, che avrebbero colpito l’agente con un estintore. Anche questa morte fu quindi accreditata a Trump.
Sicknik fu dipinto come l’eroe nazionale, caduto per difendere la democrazia americana contro il suprematismo e le Fake news alimentate da Trump. A compimento di tale narrazione le esequie di Stato, la cremazione del corpo e la sepoltura nel cimitero di Arlington, con gli onori tributati a un eroe.
Il suo assassinio fu ampiamente citato nel video realizzato per il Congresso degli Stati Uniti, fatto che raccontare gli orrori dell’assalto e per accreditarli a Trump, che la nuova assemblea legislativa (quella uscita dalle ultime elezioni, che avevano dato la vittoria ai democratici) avrebbe dovuto condannare con un solenne impeachment.
Non andò così, e l’impeachment fu evitato dal voto. Nonostante tutto la narrativa è rimasta tale, anche dopo la scoperta che il corpo dell’agente di polizia non presentava alcun segno di contusione.
Nulla importando la secca smentita, i media virarono su un assassinio a scoppio ritardato: l’agente sarebbe stato intossicato dall’inalazione di un preparato al peperoncino o di un altro più potente, usato per allontanare gli orsi, che i manifestanti gli avevano spruzzato contro durante gli scontri.
Ininfluente anche quanto aveva detto la famiglia: i suoi familiari, infatti, avevano dichiarato di aver avuto un contatto telefonico con Brian, e che questi aveva detto loro di esser stato spruzzato da spray, ma di “stare in forma“. E nulla importando l’esortazione degli stessi a non fare della morte del loro congiunto una “questione politica“.
Peraltro, il padre aveva detto subito che il figlio era morto per un ictus, a causa di una patologia non operabile, perché un’eventuale operazione l’avrebbe ridotto a un “vegetale” (così su Nbcnews, l’11 gennaio 2021).
Nonostante tutto, i media che hanno propalato la Fake news, usata come un ariete contro Trump, non demordono: non possono accettare che il loro castello di carte crolli miserevolmente, e continuano a ripetere che, comunque, l’agente Sicknik è morto a causa degli scontri.
Così rendiamo onore all’agente Sicknik, morto dopo aver svolto egregiamente il suo lavoro al Campidoglio, e ucciso successivamente da una bieca strumentalizzazione politica, che usa di tutto per alimentare la sua propaganda.
E rendiamo onore alla sua famiglia, che, oltre al lutto, ha dovuto subire il torto di questa bieca strumentalizzazione, che aveva paventato e cercato di evitare. E che oggi giustamente si sta negando ai giornali che hanno tradito la sua espressa volontà. Non c’è pace né per i vivi né per i morti.