Aumento dei dazi USA su acciaio e alluminio: reazioni globali e possibili conseguenze
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato una serie di ordini per aumentare i dazi sull'alluminio dal 10% al 25%, eliminando inoltre le esenzioni precedentemente concesse per i dazi su acciaio e alluminio. Questa decisione ha suscitato immediate reazioni da parte di numerosi Paesi, che hanno espresso preoccupazione e critiche verso una mossa considerata potenzialmente dannosa per l'economia globale.
Canada: una decisione ingiustificata
Il Canada, uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti, ha reagito con forza. François-Philippe Champagne, Ministro dell'Innovazione canadese, ha definito i nuovi dazi "totalmente ingiustificati" in un post su X. "Continueremo a difendere il Canada, a sostenere i nostri lavoratori e a proteggere le nostre industrie, come abbiamo sempre fatto e sempre faremo", ha affermato Champagne, sottolineando la determinazione del governo a contrastare misure ritenute sleali.
Australia: in cerca di un'esenzione
Anche l'Australia sta cercando di ottenere un'esenzione dai dazi statunitensi. Il Primo Ministro Anthony Albanese ha dichiarato di aver discusso direttamente con il Presidente Trump, presentando le ragioni per cui il suo Paese dovrebbe essere escluso dall'aumento dei dazi. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa cinese Xinhua, Trump avrebbe accettato di prendere in considerazione la richiesta, riconoscendo i reciproci interessi economici tra i due Paesi.
India: riduzione dei dazi per evitare una guerra commerciale
Nel frattempo, l'India si sta preparando a ridurre ulteriormente i propri dazi in vista di un incontro tra il Primo Ministro Narendra Modi e Donald Trump, previsto questa settimana. Fonti governative citate da Reuters hanno indicato che questa mossa potrebbe favorire le esportazioni statunitensi verso l'India e scongiurare il rischio di una guerra commerciale tra i due Paesi.
Hong Kong: critiche alle misure statunitensi
Chan Kwok-ki, Segretario capo per l'amministrazione della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong, ha criticato apertamente le misure statunitensi, affermando che non rispettano le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). In un'intervista riportata da RTHK, Chan ha definito "confusa" la politica commerciale degli Stati Uniti, sottolineando l'incertezza che tali decisioni generano a livello globale.
Unione Europea annuncia contromisure
Una reazione è arrivata anche dall'Unione Europea, che ha respinto la logica alla base dei nuovi dazi. La Commissione Europea ha promesso di proteggere le imprese, i lavoratori e i consumatori del blocco, criticando una misura che, secondo Bruxelles, danneggerebbe non solo l'Europa ma anche gli stessi Stati Uniti. In una dichiarazione, la Commissione ha sottolineato che i dazi sono "essenzialmente tasse" che aumentano i costi per le aziende nordamericane, alimentano l'inflazione e creano incertezza economica, minacciando l'integrazione dei mercati globali.
Jean-Noel Barrot, Ministro degli Esteri francese, ha avvertito che l'UE è pronta a reagire con misure di ritorsione se i dazi dovessero entrare in vigore. "Non esitiamo mai quando si tratta di difendere i nostri interessi", ha dichiarato Barrot, ricordando come l'UE abbia già affrontato misure simili nel 2018. Anche la Germania, la più grande economia europea, si sta preparando a rispondere. Un portavoce del Ministero Federale per gli Affari Economici e l'Azione per il Clima ha affermato che, nonostante gli sforzi per evitare i dazi, Berlino è pronta a implementare contromisure se necessario.
Robert Habeck, Ministro dell'Economia tedesco e Vice Cancelliere, ha ribadito la necessità di una risposta "unita e determinata" da parte dell'Europa. "A lungo termine, un conflitto tariffario ha solo perdenti", ha dichiarato Habeck, sottolineando l'importanza di continuare a collaborare con gli Stati Uniti ma anche di reagire con decisione a restrizioni commerciali unilaterali.