Bene la Russia, ma non facciamo come la Russia
Riflessi su Pechino della crisi ucraina e dell'intervento russo in Crimea
di Diego Angelo Bertozzi
Interveniamo nuovamente sul tema dei possibili riflessi su Pechino della crisi ucraina e dell'intervento russo in Crimea, sottoponendo alla vostra attenzione un interessante editoriale del cinese Global Times dal titolo "Russia's path not suitable for China". Un editoriale senza firma, quindi da ritenersi una posizione perlomeno ufficiosa. Da un lato viene apprezzata la mossa russa in Crimea ("la Russia ha sfidato l'Occidente a testa alta nella crisi Ucraina, con una una mossa che costituisce una pietra miliare dalla disintegrazione dell'Unione Sovietica. In confronto, l'Occidente ha mostrato una certa moderazione. La tattica del Cremlino ha ottenuto un ampio sostegno da parte del popolo russo. La Cina potrebbe imparare qualcosa dalla situazione dell'Ucraina"), dall'altro si sottolinea come Pechino, proprio nei confronti dell'Occidente, debba mantenere una strategia diplomatica più sobria e attendista perché, pur guadagnando progressivamente in potenza, "resta vulnerabile in molti punti".
Ad oggi non sarebbe per nulla saggio alimentare scontri con l'Occidente perché "la relazione tra la Cina e l'Occidente è complicata. Essi non sono amici, né nemici, ma i settori di cooperazione sono maggiori rispetto a quelli di confronto".
Per ora la parola d'ordine del Celeste Impero è "pazienza" e non cadere in provocazioni. Come disse Hu Jintao, aggiornando la massima di Deng Xiaoping: “si perseveri nel prendere tempo mantenendo un basso profilo, pur senza mancare di agire in modo proattivo per fare qualcosa”.