Buongiorno, signora Trump! Io sono una di quei bambini della guerra...

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Buongiorno, signora Trump! Io sono una di quei bambini della guerra...


di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico

Ha fatto rumore la lettera che la moglie di Trump ha indirizzato a Vladimir Putin. Melania Trump ha dato al marito Donald una missiva da consegnare personalmente a Vladimir Putin durante il recente vertice in Alaska. Il tema della sua lettera è la tutela del futuro dei bambini: "Sign. Putin, Lei può da solo restaurare la melodica risata dei bambini. Proteggendo l’innocenza di questi bambini, Lei non servirà solo la Russia, ma l’umanità stessa”.

La signora Trump esprime dunque preoccupazione e implora di proteggere «l'innocenza dei bambini, che meritano il diritto a sognare amore, possibilità e sicurezza dal pericolo». Melania ha sollevato, senza mai nominarla direttamente, “la questione dei minori ucraini rapiti” – così interpretano la sua lettera i giornali italiani. Il gesto della first lady americana è senz’altro una “perla”, una manna dal cielo per i mass media, che non aspettavano altro per “arricchire” questo tema che essi hanno lanciato tempo fa.

Scrivono tutti arbitrariamente che “lo scopo della lettera è affrontare il dramma dei bambini ucraini rapiti da Mosca". Naturalmente senza menzionare nessuna indagine che abbia stabilito la sentenza che i bambini sono stati “rapiti da Mosca”, ça va sans dire, basta la “parola” di Kiev.

Melania deve aver subìto una forte influenza da parte di certi circoli ucraini negli Stati Uniti. Altrimenti la questione dei bambini in guerra l’avrebbe sollevata molti anni prima, per esempio nel 2014 o nel 2015, quando il “russofono” e “russofilo” Donbass era ancora “Ucraina”, e le immagini dei bambini del Donbass, dilaniati dalle bombe ucraine di Kiev, spesso insieme alle loro mamme, si susseguivano, impietose, nei parchi pubblici, nei cortili delle scuole o direttamente dentro casa o sulle spiagge.

Come scrivono i giornali è già la seconda volta che la moglie di Trump si intromette nella questione ucraina. La prima volta qualche tempo fa ha convinto il marito, (come egli stesso ha raccontato), a dare più armi all’Ucraina perché “Putin non mantiene le promesse date”. La signora Trump all’inizio della sua lettera sottolinea il fatto che i bambini sono tutti uguali, sia che essi siano nati in campagna sia che siano nati in città, dunque tutti uguali, come il loro sorriso o il loro futuro. E allora qui io mi chiedo perché la signora non abbia trovato il tempo di prendere la penna in mano e scrivere a Poroš?enko una lettera di tale stesso tenore, quando Poroš?enko nell’ottobre del 2014 prometteva che i bambini del Donbass avrebbero vissuto nei sotterranei, mentre i loro, quelli dell’Ucraina, sarebbero andati a scuola, avrebbero giocato nei giardini liberamente. I loro sorrisi e futuro erano garantiti. E la signora Melania avrebbe potuto continuare a scrivere poi anche a Zelenskij, il quale, non mantenendo la promessa data, ha continuato la guerra fino a portarla alla tragedia attuale. A Doneck nel 2017 venni invitata a inaugurare il monumento ai bambini del Donbass, vittime della guerra, insieme a Darja Morozova, commissaria per i Diritti umani della repubblica di Doneck. Ma nella città c’è anche il viale degli Angeli, un complesso commemorativo dei bambini uccisi, come a Lugansk, l’altra repubblica del Donbass, dove ci sono altri complessi commemorativi.

Molte centinaia di bambini uccisi, altrettanti feriti, mutilati per sempre, nella guerra iniziata dal governo ucraino nella primavera del 2014! Ma la signora Trump dov’era in tutti questi anni? Dov’era durante tutti gli 8 anni a seguire, fino al 2022, quando, apriti cielo, il mondo scoprì il Donbass grazie alla decisione della Russia di porre fine al genocidio della popolazione del Donbass. Gli ucraini dell’Ucraina al di là del Donbass - per 8 anni - hanno chiuso gli occhi su questa guerra, e tutto quello che hanno saputo dire è che “la guerra nel 2014 l’ha scatenata la Russia, Putin!” Ma la realtà è un’altra. E chi se non una bambina del Donbass può sostenere le mie parole?



La giovane scrittrice Faina Savenkova, che vive a Lugansk, alla quale mi lega un rapporto di amicizia che risale ancora al 2020, quando la conobbi a Doneck. E da allora uno dei temi vivi dei nostri discorsi non a caso rimane sempre quello dei bambini in guerra dal 2014. Faina, bambina di guerra, testimone diretta, è stata molto toccata dalle parole di Melania Trump e le ha scritto una lettera. Lascio a lei la parola.

Ecco la mia traduzione:

Alla first lady degli Stati Uniti d’America Melania Trump. Buongiorno, signora Trump! Mi chiamo Faina Savenkova. Io sono una di quei bambini della guerra, dei quali Lei scrive nella Sua lettera al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.

So che Lei, come il presidente della Russia, Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, vuole che da noi giunga la pace, e che i bambini non si addormentino più pregando di non morire e di svegliarsi la mattina dopo. Ma io, bambina che vive già da 11 anni sotto i bombardamenti dell’esercito ucraino, voglio dirLe, che per fermare la guerra e salvare i bambini del Donbass e dell’Ucraina, bisogna per prima cosa rivolgersi al presidente dell’Ucraina Zelenskij. A Doneck e Lugansk ci sono i monumenti commemorativi, dedicati ai bambini morti del Donbass, le cui vite sono state spezzate a causa dei bombardamenti ucraini.

I bambini muoiono anche adesso a causa della guerra, scatenata dall'Europa e dall'ex presidente degli Stati Uniti Biden. Nel 2021, mi sono rivolta alle Nazioni Unite con un videomessaggio in cui sostenevo che i bambini del Donbass hanno diritto a vivere in pace, dopodiché il sito web nazionalista ucraino “Mirotvorec” ha reso pubblici i miei dati personali e quelli della mia famiglia, e a causa di ciò hanno cominciato a minacciarmi e insultarmi. Solo per il fatto che ho chiesto alle potenze mondiali di aiutare i bambini del Donbass a vivere in pace e in serenità come è dovuto ai bambini. Adesso su questo sito ci sono i dati sensibili di quasi 400 bambini, messi in tal modo in grande pericolo. Basterebbe un solo colpo di penna del presidente Zelenskij per bloccare questo sito e restituire ai bambini la serenità, ma egli continua a non farlo. Lei può aiutare a influire sull’Ucraina, in modo che essa osservi non solo le leggi internazionali, ma rispetti anche quelle proprie, proteggendo i bambini dai criminali. Credo che ciò sia in Suo potere! Noi, bambini del Donbass, delle regioni di Belgorod e Kursk, non abbiamo iniziato questa guerra, e io ho sempre sostenuto che i bambini devono vivere in pace e non devono aver paura di chiudere gli occhi e di addormentarsi. Come persona che lotta per il diritto dei bambini alla vita pacifica, penso che Lei mi comprenda. Abbiamo cercato di sopravvivere sotto i bombardamenti ucraini per troppo, lungo tempo, e ora il nostro sogno è semplice: ci aiuti a vedere un cielo sereno sopra le nostre teste! La ringrazio anticipatamente, signora Trump!

Faina Savenkova.

 

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