Caos in Rai per un servizio critico dell'Unione Europea

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Caos in Rai per un servizio critico dell'Unione Europea

Sono almeno 30 anni che ci bombardano con la propaganda a senso unico liberal-unionista. O europeista, se preferite.

Dai mitici 70 anni di pace (e la Jugoslavia?), passando per il dividendo dell’euro fino ad arrivare alla pioggia di miliardi del Recovery Fund.

Decenni di propaganda a senso unico scollegata dalla realtà e dai dati.

Scollegata dalla vita reale dei comuni cittadini.

Quelli che grazie all’appartenenza all’Unione Europea e all’eurozona hanno visto diminuire i propri salari, aumentare la precarietà, sparire lo Stato sociale.

È la UE che ha preteso la svendita dell’IRI.

È grazie alle regole europee e all’euro se abbiamo triplicato gli italiani in condizioni di povertà assoluta.

È la UE che ci ha fatto tagliare la sanità pubblica per favorire la “competizione”. Cioè la sanità privata.

È la UE che attraverso strumenti deleteri come l’output gap e il PIL potenziale ci ha imposto quella che chiama “disoccupazione naturale”.

È la UE che ha consentito ad alcuni Paesi di ignorare e violare le regole mentre ha imposto una rigida aderenza ai suoi precetti ad altri Paesi.

Con la complicità, ovviamente, di una classe politica, la nostra, che negli ultimi 40 anni ha dolosamente cercato – e ottenuto – il vincolo esterno.

Per disinnescare i precetti contenuti nella nostra Costituzione.

Una pericolosa commistione di Quisling e utili idioti.

Come raccontava Orwell in 1984, «se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera»

Guai quindi a interrompere anche solo per un secondo la martellante propaganda che ci investe ogni giorno da 30 anni.

Lo abbiamo visto anche nell’ultimo anno. Quello in cui chiunque criticasse razionalmente la scellerata gestione della pandemia e l’adozione del principio di massima precauzione è stato tacciato di negazionismo e di complottismo creando l’ennesima polarizzazione del dibattito volta alla creazione dell’ennesimo conflitto sezionale. 

Guai quindi, dicevamo, a interrompere la martellante propaganda unica. 

In quel caso intervengono immediatamente i solerti agenti della psicopolizia.

 

Quindi ricordatevi sempre che:

 

«La guerra è pace. 

La libertà è schiavitù.

L'ignoranza è forza».

Gilberto Trombetta

Gilberto Trombetta

43 anni, giornalista politico economico e candidato Sindaco di Roma con la lista Riconquistare l'Italia del Fronte Sovranista Italiano

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