Caso Gentile emblema di una Calabria inghiottita da spazzatura umana, oltre che da rifiuti reali

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Caso Gentile emblema di una Calabria inghiottita da spazzatura umana, oltre che da rifiuti reali


di Maria Murone

Fonte: Nextnotizie

Tutta la stampa nazionale si dichiara contro la nomina a sottosegretario del governo Renzi del senatore calabrese del Ncd Antonio Gentile. I direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (Repubblica), Mario Calabresi (La Stampa), Enrico Mentana (Tg La7) e Roberto Napoletano (Il Sole 24ore) chiedono le dimissioni o la rimozione dalle Infrastrutture del politico accusato di aver esercitato pressioni per censurare la notizia del figlio indagato (che viene data tempestivamente dal Corriere della Calabria on line).
 
Qui la registrazione della telefonata tra lo stampatore del giornale, nonché presidente di Fincalabra (che fa da intermediario) e l'editore Alfredo Citrigno (in rappresentanza legale del padre condannato per usura).
 
 
 
Ma cosa c’è dietro questa vicenda?
C’è una regione inghiottita da spazzatura umana, oltre che da rifiuti reali, immersa nella rassegnazione e che sprofonda quotidianamente nel degrado etico, che muore per mano della mafia, della massoneria, dei poteri forti, di uomini impresentabili che la calpestano, la umiliano e l’annientano.
 
Una regione in cui si occultano le notizie scomode (quanti giornali alla fine daranno il giorno dopo la notizia?) o non si pubblicano per un’inspiegabile rottura delle rotative, che guarda caso succede spesso e soprattutto quando c’è da dare risonanza a qualche news su personaggi intoccabili.
 
E poi c’è quell'assordante silenzio che avvolge la classe dirigente, i partiti (a destra e a sinistra), il Governo nazionale, la commissione Antimafia. Tutto passa sotto il loro naso senza puzzare.
 
Come dice il direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, “se qualcun preferisce continuare a guardare il dito (Tonino Gentile e la maldestra censura, peraltro in passato splendidamente riuscita anche a Calabria Ora…) si accomodi pure. Noi continuiamo a guardare la luna che vediamo avvolta in inciuci inconfessabili tra uomini di potere, vecchi e nuovi, calabresi e no, che da sempre hanno imposto sulla Calabria una coltre di illegalità diffusa al riparo della quale si consumano quotidianamente intrallazzi, ruberie e devastazioni”. Paride Leporace, fondatore ed ex direttore di Calabria Ora (il giornale in questione che oggi si chiama “L’ora della Calabria), direttore del Quotidiano della Basilicata, spiega: “Si spera che questa triste vicenda serva a spiegare come vanno molte questioni in Calabria nel 2014.

Purtroppo è come ai tempi prima del delitto Fortugno: quando le segreterie dei partiti nazionali devono decidere qualcosa d'importante evitano di sporcarsi le mani. Per bloccare Gratteri a guardasigilli è intervenuto il corazziere Napolitano, per ratificare quella di Gentile è bastato il suo pacchetto elettorale per mettere il professor Quagliariello a difesa della nomina. Ridicole le dichiarazioni dei democrat calabresi giunte postume a fatti accaduti. Il vecchio consociativismo politicante è tutto in piedi”.
 
È proprio questo il dato agghiacciante: come è possibile che di fronte a tante nefandezze si riescano ad avallare scelte simili a livello nazionale? Gentile, De Rose, Citrigno avranno colpe evidenti in questa vicenda. Ma quante altre colpe ci sono? Quanti sono i responsabili di un tale decadimento morale? 

Il post di Natalino Balasso sulla vicenda del primo marzo scorso:
"Qualcuno ricorderà una foto che ho composto qualche tempo fa, la testata dell'Ora di Calabria con una pagina nera. Il fatto è questo, state a sentire: un giornale si sta occupando di un'indagine che coinvolge il figlio di un senatore. Il senatore, tramite "agganci" tenta di fermare l'articolo. Ma il direttore decide di pubblicarlo lo stesso. Allora, stranamente, nella notte le rotative si bloccano e il giornale non può uscire.
In una nazione in cui il giornalismo versa in condizioni quanto meno confuse, ho pensato che censurare la notizia di un'indagine fosse un gesto a dir poco mafioso, una cosa grave insomma.
Ed ora vi dirò chi era quel senatore: si chiama Antonio Gentile ed è il felice nuovo sottosegretario del nuovo governo Renzi".

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