Cina: tutto pronto per l'inizio del Congresso
Da domani e per una settimana di lavori a porte chiuse i 2000 delegati sceglieranno i futuri leader del paese
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Con i 2000 delegati arrivati a Pechino, è tutto pronto per l’inizio del Congresso di giovedì che sancirà la transizione di potere dopo una decade di potere di Hu Jintao. Un portavoce del partito Cai Mingzhao ha dichiarato mercoledì che i lavori – che si terranno a porte chiuse – dureranno una settimana circa ed il vice presidente Xi Jinping è vicino ad assumere le redini del potere. "Il Congresso sarà di importanza vitale, con il paese di fronte al bivio di una società moderna e prosperosa a moderna in grado di affrontare le sfide che la crescita economica crea”, ha rimarcato ancora Cai.
Xi ed il resto della nuova leadership prenderà il potere in una fase si crescenti pressioni nel paese per l’attuazione di riforme che combattano la corruzione ed aprano al confronto con il popolo. "I futuri leader del paese devono tener conto del giudizio del popolo e non solo reprimerlo" ha scritto l’agenzia di stampa statale Xinhua . Il Global Times, giornale legato al People's Daily, organo d’informazione principale del partito comunista, ha pubblicato un sondaggio secondo cui otto cinesi su dieci vogliono le riforme ed il 66% che i leader siano responsabili di fronte al popolo.
Gli analisti hanno sottolineato come divisioni crescenti ci siano all’interno della leadership, con due fazioni rivali che si contrappongono per l’assegnazione delle cariche. Secondo l'indiscrezione riportata la settimana scorsa dal sito web cinese con base ad Hong Kong, Mirror backs, la prossima commissione permanente del Politburo vedrà oltre a Xi Jinping e Li Keqiang - che sostiuiranno Hu e Wen come presidente e primo ministro del paese - Zhang Dejang, Yu Zhengsheng, Liu Yunshan, Zhang Gaoli e Wang Qishan, che hanno tutti legami con l'ex presidente Jiang Zemin, quindi l'ala conservatrice del partito. I membri riformatori maggiormente legati all'attuale presidente non avranno cariche di prestigio. In un incontro del partito comunista di domenica, Hu Jintao ha avallato la promozione dei generali Fan Changlong e Xu Qilan come vice-presidenti della potente commissione centrale militare, con lo scopo di assicurarsi il controllo delle forze armate per i prossimi cinque anni. La composizione finale della commissione non sarà resa pubblica fino alla chiusura del congresso del partito a metà novembre. Il dibattito interno è reso molto teso da una serie di scandali al vertice - in particolare la vicenda personale di Bo Xi Lai, recentemente espulso dal partito e dal Congresso – e dal conflitto crescente con il Giappone per la sovranità delle isole Senkaku.