Con Leone XIV anche il Vaticano torna all’Impero

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Con Leone XIV anche il Vaticano torna all’Impero

 

di Alex Marsaglia

 

Se il Vaticano continua ad essere la rappresentazione della dualità tra potere temporale e potere spirituale, sembra che tra le prime mosse di Prevost vi sia il tener conto in maniera preponderante degli interessi di Stato.

Dopo 700 giorni di genocidio continuativo a Gaza, l’aver ospitato il Presidente d’Israele Isaac Herzog è stata una mossa di realpolitik tra le più ciniche e spietate della Storia. Nel mondo degli affari di Stato tuttavia conta poco la pulizia della coscienza, la moralità e la beltà d’animo. Questo discorso crudele vale per qualsiasi entità statale, ma chi pretende anche di essere pastore delle anime dovrebbe quantomeno porsi il problema etico delle relazioni internazionali che si intrattengono. Queste dovrebbero essere guidate dalla Pace, promuovendo incontri guidati dall’etica verso l’Umanità e non di certo dal cappello egemonico. Non si capisce altrimenti perché escludere Putin dal Vaticano da ormai 6 anni e invitare il Presidente dell’entità sionista come se fosse un promotore di pace. Certo, non è stato invitato direttamente Netanyahu, ma solo per evitare l’incidente diplomatico in quanto soggetto a mandato d’arresto internazionale e il polverone sollevato per Putin ai funerali di Papa Francesco avrebbe dovuto ripetersi anche per l’amico dell’Occidente Netanyahu. Impensabile sostenere un dibattito legale simile a pochi mesi di distanza.

Il Presidente israeliano è stato ospitato a San Pietro per perorare una causa cara anche al Vaticano, cioè quella dei due Stati. Si tratta di una politica fondamentale anche per il Vaticano che manterrebbe così la sua presenza imperiale in Terra Santa e a Gerusalemme in un momento in cui la furia colonialista israeliana sta mettendo lo Stato israeliano a forte rischio di reazione violenta, come abbiamo visto negli ultimi mesi. L’Iran si è dichiarato più volte contrario ai due popoli e due Stati, anche di fronte agli alleati BRICS. E questo non è certamente sfuggito al Vaticano che con molti suoi cardinali, nonché con il Patriarca latino a Gerusalemme Pizzaballa si è accollato con grande sensibilità il peso delle anime di Gaza trucidate senza pietà dall’IDF. Lasciar cadere quel peso etico e morale per un’organizzazione che pretende di esercitare il potere spirituale è abiurare il proprio profilo religioso e ridursi a mero ente interessato alle proiezioni di potenza. Eppure, lasciando da parte l'operato di pochi e coraggiosi cardinali e arrivando direttamente al vicario di Cristo, si riscontra nuovamente la figura di un sovrano dedito alla promozione della ragion di Stato. In cui le relazioni internazionali tornano ad essere esercitate dall’interno di una cornice egemonica occidentale, anziché etica e universale. L’invito a un Presidente fino a ieri intento a firmar bombe da spedire sulla testa di civili durante un'operazione di pulizia etnica, che ha disertato persino i funerali del precedente Papa, facendo ritirare persino i messaggi di cordoglio per il lutto, è eloquente. Il Vaticano di Papa Leone XIV cambia politica rispetto a Papa Francesco: passa sopra a delitti, rancori e mancanze di rispetto per promuovere interessi comuni. La ragion di Stato torna prepotentemente. Se Papa Francesco aveva mantenuto un rigore morale più elevato, avviando il dibattito sull’introduzione del reato di genocidio per quanto avvenuto a Gaza, oggi in Vaticano si viaggia in direzione opposta: si soprassiede al genocidio per ragionare di aree di influenza. A muovere in tal direzione sembra sia stata la presa d’atto delle reazioni del mondo musulmano, nella consapevolezza che solo l’intervento diretto degli Stati Uniti ha tolto le castagne dal fuoco a Netanyahu durante lo scontro avviato con l’Iran e che altrimenti sarebbe finita decisamente peggio anche per le comunità cristiane. L’invito di Leone XIV verso Herzog è rivolto a tutelare la cristianità di fronte alle sfuriate colonialiste israeliane che si sono rivelate molto controproducenti ultimamente. Di certo, tutelare questo obiettivo passando sopra il Male compiuto verso l’Umanità non renderà il cattolicesimo più attraente dal punto di vista spirituale, ma solo un altro ente che cerca di ritagliarsi il suo angolo di influenza nel crogiolo delle religioni che è la Terra Santa.

E se la Chiesa torna a preoccuparsi più dell’Impero che del suo gregge sorge spontanea una domanda: alle anime chi ci pensa?

Alex Marsaglia

Alex Marsaglia

Nato a Torino il 2 maggio 1989, assiste impotente per evidenti motivi anagrafici al crollo del Muro di Berlino. Laureato in Scienze politiche con una tesi sulla rivista Rinascita e sulla via italiana al socialismo, si specializza in Scienze del Governo con una tesi sulle nuove teorie dell’imperialismo discussa con il prof. Angelo d’Orsi. Redattore de Il Becco di Firenze fino al 2021. Collabora per un breve periodo alla rivista Historia Magistra. Idealmente vicino al marxismo e al gramscianesimo. Per una risposta sovranista, antimperialista e anticolonialista in Italia e nel mondo intero. 

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