Da Roma a Odessa: a proposito di assalti e sindacati

3954
Da Roma a Odessa: a proposito di assalti e sindacati

Da Roma a Odessa, andata e ritorno.
 
A proposito di assalti, me lo ricordo bene un assalto a una sede sindacale. 2 maggio 2014 Casa dei Sindacati di Odessa, Ucraina. Un assalto vero, mica farlocco e teleguidato a favore di telecamere.
 
Squadracce di paramilitari neonazisti che, durante le rivolte di EuroMaidan, circondano e appiccano il fuoco a colpi di molotov a un intero edificio di quattro piani. Almeno quarantotto morti, tutti civili. La maggior parte donne, alcune incinte. Vigili del fuoco attaccati per impedir loro di intervenire prontamente. Dipendenti che per sfuggire alle fiamme si lanciano giù dai balconi e anziché essere soccorsi vengono finiti a sprangate dalla folla. Gente sparata a bruciapelo mentre prova a scappare dalle uscite laterali. Decine di linciaggi in strada. L’epilogo sarà una lunga fila di corpi carbonizzati.
 
Una mattanza di una brutalità bestiale con pochi precedenti nella storia recente che dalle nostre parti non meritò neanche mezzo commento. Non una manifestazione unitaria dei sindacati confederali, non una nota ufficiale del segretario CGIL, non un presidio. Niente di niente, nemmeno un fetentissimo mazzo di fiori per commemorare le vittime. Anzi peggio.
 
Come se niente fosse, di lì a pochi anni, la stessa sinistra che oggi urla al fascismo e si erge a paladina della democrazia, nelle persone di Pietro Grasso e Laura Boldrini, accolse calorosamente la visita istituzionale del presidente del Parlamento ucraino Andriy Paruby, neonazista ex membro di Svoboda e molto vicino al Pravij Sektor (il gruppetto, tanto caro a +Europa e alla Bonino, che va orgogliosamente in giro sbandierando svastiche). Nonché segretario del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale al tempo della strage, indagato (ma mai condannato) per aver organizzato la rivolta che culminerà nel rogo. Ma d’altronde si sa, gli interessi geopolitici del patto atlantico vengono prima di quattro puzzoni slavi per di più filo-russi. Con buona pace di internazionalismo e “solidarietà di classe”.
 
Sì ma che c’entra tutto questo coi fatti di Roma? C’entra eccome. Perché dimostra plasticamente da che parte sta un pezzo consistente della sinistra e del mondo sindacale italiano. Dalla parte dell’UE e del libero mercato che, fra le altre nefandezze, fanno ponti d’oro al governo ucraino e ai suoi macellai neonazisti.
 
Benaltrismo? Può darsi. Ma pur ribadendo ancora una volta che l’attacco a un sindacato è un atto indegno, gravissimo e assolutamente da condannare e non sottovalutare, proprio non ci riesco a unirmi agli alti lai di sdegno proferiti da quella stessa sinistra che ha contribuito fattivamente a devastare Costituzione e mondo del lavoro buttando nel cesso un secolo di lotte, così carichi di ipocrisia dolciastra che ne basta mezza per farmi venire il diabete.

Antonio Di Siena

Antonio Di Siena

Direttore editoriale della LAD edizioni. Avvocato, blogger e autore di "Memorandum. Una moderna tragedia greca" 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Ventotene e dintorni di Alessandro Mariani Ventotene e dintorni

Ventotene e dintorni

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano" di Giuseppe Masala Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Basta che se ne parli di Francesco Erspamer  Basta che se ne parli

Basta che se ne parli

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza di Giuseppe Giannini La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

Il 25 aprile non è più nostro di Michelangelo Severgnini Il 25 aprile non è più nostro

Il 25 aprile non è più nostro

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

L'inutile alleanza di Michele Blanco L'inutile alleanza

L'inutile alleanza

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti