Disertare il Salone del Libro?
di Giusi Greta Di Cristina
Facciamo il punto.
I fascisti in Italia ci sono sempre stati, già dall'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Nella maggior parte dei casi, hanno rioccupato il posto che occupavano durante il fascismo. Ancora, il partito post fascista, col nome nuovo di M.S.I. ha occupato gli scranni del Parlamento italiano e la Dc amava farci i governi insieme.
Però, secondo la sinistra radical chic di questo sfortunato Paese, sembra che il fascismo - quello degli anni 20? Quello degli anni di piombo? Quale, di grazia? - sia di botto tornato a rivivere da quando questo governo ha preso piede.
Io, comunista accertata, dico che la cosa non solo è stupida ma è proprio una precisa mossa politica. Salvini è un mediocre uomo politico, uno che fa presa sui disagi delle periferie e delle classi meno abbienti ma che mai, MAI, parla di lavoro, occupazione, pareggio di bilancio, deficit, FMI, Banca Centrale e chi più ne ha più ne metta.
Basterebbe attaccarlo lì, per batterlo e, nel contempo, farsi capire dalla gente.
Ma loro no. LORO disertano il Salone del Libro, la più importante kermesse europea della letteratura. LORO disertano perché non si siedono a tre metri dai fasci, dicono. Come se poi fosse la prima volta che una casa editrice di destra o filofascista sia presente al Salone.
A me sembra, semplicemente, che ogni volta che hanno a che fare coi fascisti veri scappano quando non li appoggiano (vedi Siria, Venezuela, Libia, Ucraina).
Io i fascisti li affronto.
E questa sinistra rosata deve sparire da questo Paese.