Ex analista CIA smonta la storia degli attacchi russi: «Trucco propagandistico per screditare Trump»

Ex analista CIA smonta la storia degli attacchi russi: «Trucco propagandistico per screditare Trump»

In queste ore tiene banco il rapporto dell’intelligence statunitense che proverebbe la presunta ingerenza russa nel processo elettorale. Il rapporto è carente di evidenze

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Le maggiori smentite circa i presunti attacchi informatici russi volti ad alterare il risultato delle ultime elezioni presidenziali statunitensi, in favore del presidente eletto Donald Trump, continuano ad arrivare dagli Stati Uniti stessi. Questa volta è l’ex analista CIA, Larry Johnson, intervistato dall’emittente RT ha dichiarare che si tratta di un «trucco propagandistico» destinato a screditare Donald Trump. 

 

«Si tratta di un progetto per diffamare Trump», afferma l’ex analista, il quale poi specifica che «il linguaggio utilizzato ha sviluppato l’idea che Vladimir Putin abbia istruito i corpi dell’intelligence russa per discreditare Hillary Clinton». Tuttavia, secondo Johnson, l’ex candidata per il Partito Democratico «non ha avuto di nessun aiuto per discreditarsi, in questo è stato abbastnza efficace il suo comportamento». 

 

L’ex analista Cia ha ricordato lo scandalo delle mail di Hillary Clinton, evidenziando come «non fu Putin a dire alla Clinton di utilizzare un account privato di posta elettronica per condividere informazioni classificate». 

 

In queste ore tiene banco il rapporto dell’intelligence statunitense che proverebbe la presunta ingerenza russa nel processo elettorale. Il rapporto è carente di evidenze: «Non penso stiano nascondendo qualcosa - spiega Larry Johnson - perché non hanno nulla in mano». L’ex analista evidenzia il linguaggio utilizzato dall’intelligence statunitense. Parole come «valutato che», «crediamo che», oppure «probabile che», stanno a significare che «non sanno se questo sia avvenuto, perché se il sabotaggio fosse avvenuto l’avrebbero dichiarato pubblicamente». Il tutto è poi basato su «fonti multiple» ed anonime. 

 

Inoltre, Larry Johnson, sottolinea come solo la CIA e l’FBI concordano sul fatto che i russi abbiano influito sul processo elettorale attraverso attacchi informatici, mentre l’agenzia specializzata, la celebre NSA dove lavorava il whistleblower Edward Snowden, si è tirata fuori dalla questione. 

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