Guerra della NATO all'Ex Jugoslavia. 24 Marzo 1999 – 24 Marzo 2023: NOI NON DIMENTICHIAMO
“Ho appena dato mandato al comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale Clark, di avviare le operazioni d'aria (ndt: bombardamenti aerei…) sulla Repubblica Federale di Jugoslavia…Tutti gli sforzi per raggiungere una soluzione politica negoziata alla crisi del Kosovo sono falliti e non ci sono alternative all'intraprendere l'azione militare…”.
Così, il 23 marzo 1999, l'allora Segretario generale della NATO J. Solana, davanti ai mass media del mondo, decretava l'inizio della fine della “piccola” Jugoslavia e del popolo serbo in particolare.
L'aggressione alla Repubblica Federale di Jugoslavia/ Serbia…fu motivata dalla necessità di fermare una “pulizia etnica”, un “genocidio” e ripristinare i “diritti umani” nella provincia kosovara. Perché queste furono le tre basi fondanti su cui la cosiddetta Comunità Internazionale: cioè gli otto paesi più ricchi della Terra, cioè il loro braccio armato, la NATO (in quanto i governi dei 2/3 dell'umanità tra voti contrari e astensioni, erano contrari alla guerra) hanno decretato l'aggressione alla Jugoslavia il 24 marzo 1999.
La realtà storica sul campo è esattamente il contrario delle verità ufficiali raccontate dalla NATO, dall’UNMIK, dall’OSCE o dalla cosiddetta Comunità Internazionale.
Dopo 24 anni ancora non sono stati documentati e provati la cosiddetta “pulizia etnica”, il “genocidio”, “le fosse comuni” con le decine di migliaia di albanesi kosovari dentro!
Quando, secondo i documenti CIA, FBI, OSCE, Unmik, NATO….a tutt’oggi: sono stati ritrovati 2108 corpi di tutte le etnie; secondo l’UNCHR i primi profughi sono stati registrati il 27 marzo 1999, cioè 3 giorni dopo l’inizio dei bombardamenti; sono stati uccisi dal giugno ’99 in poi oltre 3.000 serbi, rom, albanesi jugoslavisti, e di altre minoranze; sono stati rapiti 1300 serbi; oggi si sa (tramite le memorie della ex procuratrice del tribunale dell’Aja per la Yugoslavia, Carla Del Ponte) che loro sapevano dei 300 serbi rapiti dalle forze terroriste dell’UCK (…che oggi sono la “polizia” kosovara…) portati in Albania per estirpare loro gli organi ad uno ad uno. Oggi secondo la DEA (Agenzia Antidroga USA) il Kosovo è un narcostato. Nella realtà dei fatti è una regione dove vige un etnocentrismo razzista, dove quotidianamente da 24 anni ci sono violenze, ferimenti, minacce, vessazioni contro serbi, rom, goranci e altre minoranze. Una provincia dove, due suoi leader storici sono stati, dopo 22 anni, portati all’Aja a rispondere dei crimini di guerra e contro l’umanità. Una regione dove la legalità e il diritto delle persone sono affidate agli ex terroristi UCK ora in uniforme occidentale. Dove i bambini delle enclavi non hanno alcuno dei Diritti universali della Carta ONU, dove la stessa popolazione albanese kosovara ha subito ricatti, crimini e terrore.
QUESTI sono i risultati ottenuti con quella criminale aggressione. E proprio in queste settimane, il destino ed il futuro di quelle terre è a rischio di nuovi conflitti e nuove tragedie.
*Enrico Vigna, portavoce del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali - Italia
Presidente di Assoc. SOS Yugoslavia - SOS Kosovo Metohija - Italia