"Hispaniola". La parabola umana e professionale di Stanislav Orlov
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di Francesco Dall'Aglio*
A prima vista sembrerebbe che la parabola umana e professionale di Stanislav Orlov (al link 1 un suo ritratto, forse un po' troppo encomiastico) abbia avuto molto in comune con quella di Evgenij Prigožin, ma i due personaggi erano molto diversi, sia in termini di peso politico che di obiettivi. Orlov, ultras del CSKA e veterano della seconda guerra di Cecenia, detto "Ispanets", "spagnolo" (ma il film "Il gladiatore" non c'entra, è perché ha vissuto in Europa vari anni e parlava varie lingue, tra cui appunto lo spagnolo) era il fondatore della brigata "Hispaniola", uno dei reparti di volontari che all'inizio del conflitto sono spuntati con una certa frequenza combinando vari elementi politici e ideologici, di norma di estrema destra, e una certa allergia ai regolamenti, se non proprio alla legge; nello specifico, Hispaniola reclutava originariamente nell'ambiente degli ultras di calcio e hockey, raramente noti per le loro idee progressiste. Non a caso, l'insegna del reparto era la bandiera nera col teschio e le tibie incrociate del generale Yakov Baklanov, con la scritta "Attendo la resurrezione dei morti e la vita del mondo a venire. Amen", da lui usata come suo stendardo personale nel corso delle campagne nel Caucaso negli anni '50 del 19° secolo. Sempre probabilmente non casuale era la scelta del nome "ufficiale" dell'unità, 88° reggimento ricognizione e sabotaggio - non penso di dover spiegare il significato del numero in certi ambienti.
Hispaniola era un'unità piuttosto capace, ma come Wagner aveva il difetto di essere difficilmente controllabile, preda di estremismi poco presentabili, e soprattutto spesso dedita a traffici irregolari, di armi o altro. Come tutte le milizie create nel 2014 o nel 2022 e sopravvissute alla prima fase, in cui la loro utilità obbligava le autorità a una certa tolleranza, era solo questione di tempo prima che venisse normalizzata. Il momento era giunto in realtà abbastanza tardi per Hispaniola, ma era comunque giunto: il 3 ottobre 2025 l'unità annunciava lo scioglimento sul suo canale Telegram e i suoi combattenti venivano trasferiti ad altre unità, destino comune a quelli della Wagner e delle altre unità simili. Orlov, evidentemente, non era molto d'accordo, specie a perdere i vantaggi che la sua posizione gli conferiva. Cosa sia successo esattamente non si sa, ma la versione più accreditata (link 1) è quella secondo la quale il 9 dicembre è stato ferito in uno scontro a fuoco con la polizia durante un arresto per violazione dell'articolo 222 del codice penale russo, ovvero traffico d'armi. Tra il 19 e il 20 è stata data la notizia della sua morte, che non penso dispiaccia alle autorità, anzi: il tempo dei pirati e degli avventurieri, e soprattutto dei capimilizia con un seguito personale, è definitivamente tramontato.
*Post Facebook del 22 dicembre 2025

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