I BRICS da Rio de Janeiro rilanciano: sfida frontale all’ordine mondiale

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I BRICS da Rio de Janeiro rilanciano: sfida frontale all’ordine mondiale

 

di Axel Marsaglia

 

Nel vertice del 6-7 Luglio a Rio i BRICS partecipano nel formato allargato dei BRICS+, inaugurato lo scorso 22-24 Ottobre al vertice di Kazan. Dunque 10 membri BRICS: Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia, Iran; ai quali si aggiungono anche per la prima volta 10 membri partner: Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malaysia, Nigeria, Thailandia, Uganda, Uzbekistan e Vietnam. L’allargamento dei membri partecipanti all’alleanza e l’inclusione di altri Paesi tramite la categoria di partner ha avuto come fondamentale funzione quella di integrare il Sud del mondo in via di sviluppo all’alleanza che ha già stabilizzato e affermato i membri storici dei BRICS. In questi ultimi anni si è affermata la transizione al Nuovo Ordine Mondiale multipolarista, affossando il modello unipolare a guida statunitense, ma ora la sfida si sta trasferendo nell’affermazione del Sud Globale contro l’Occidente collettivo. La parallela chiusura economica, in una direzione protezionistica e militare imperialistica di quest’ultimo ha condotto sempre più il Sud Globale nelle braccia dei BRICS che si stanno aprendo con più formati a questa spinta. La conferma del confronto frontale tra Occidente collettivo e BRICS è arrivata proprio nella notte tra il 6 e il 7, quando Trump ha minacciato di incrementare del 10% le tariffe dei dazi a qualsiasi Paese osi allinearsi alle politiche dell’alleanza. E le ragioni di Trump si possono ben capire, perché dal vertice è emersa subito la direzione di marcia: lavorare uniti per implementare un nuovo e più valido sistema di pagamenti transfrontaliero, come premessa fondamentale per l’attuazione della dedollarizzazione.

Il fondamentale ruolo della New Development Bank, inaugurata nel 2014 ma divenuta sempre più attiva negli ultimi anni, pone al centro proprio una serie di progetti per la promozione di innovazioni e sviluppi tecnologici come motore di crescita economica all’interno della realizzazione di obiettivi globali comuni all’alleanza dei BRICS, ponendo la condivisione tecnologica come bene accessibile e vantaggioso per tutti. In questo senso, si è posta come fondamentale forza motrice proprio la Cina che ha promosso, tramite il credito della Nuova Banca di Sviluppo, una serie di progetti infrastrutturali mirando a integrare nell’alleanza i Paesi interessati. Proprio al vertice di Rio è stato deciso di lanciare un nuovo Fondo di investimento pienamente capiente per porre in diretta concorrenza la New Development Bank con la Banca Mondiale, ponendo così i progetti che verranno promossi dai BRICS come reale alternativa a quelli delle organizzazioni internazionali che dal centro dell’impero americano hanno promosso le politiche economiche neocolonialiste. In particolare, verranno promossi progetti di facilitazione del commercio, cooperazione finanziaria e promozione dell’investimento tramite meccanismi finanziari condivisi e solidali che si distanziano dai modelli usurai ed estrattivisti occidentali. Solo in quest’ottica lo sviluppo potrà essere reso veramente sostenibile, perché promotore di sviluppo per le popolazioni interessate e non indirizzato unicamente all’estrazione di surplus da portare fuori dai paesi depredati per accrescere il profitto del centro dell’impero. Solo agendo così, cioè creando opportunità di crescita reali per la periferia si può pensare di promuovere sviluppo e non effimeri boom non in grado di abbattere povertà e diseguaglianze. In questo senso il rafforzamento di questo fondo della New Development Bank riuscirà a dare respiro e stabilizzazione economica anche a tutti gli altri progetti già avviati, mitigando le vulnerabilità e contribuendo all’implementazione delle politiche finanziarie anche durante i periodi di crisi. «La Nuova Banca di Sviluppo può diventare il centro di regolamento transfrontaliero dei BRICS», così ha esordito il Ministro delle Finanze russo Gleb Siluanov al vertice, spiegando che la NDB d’ora in avanti fornirà garanzie sui mega-prestiti infrastrutturali in tutta l’area BRICS con asset finanziari digitali e valute digitali, aggirando il sistema SWIFT, la centralità del dollaro e facendosi garante di sviluppo e crescita economica a dispetto di qualsiasi sanzione occidentale.

Tutti i Paesi BRICS hanno ratificato questa mossa, che è stata la mossa centrale del vertice di Rio,  fortemente voluta da Russia e Cina per traghettare il Sud Globale fuori dalla povertà e bypassare le sanzioni. Contemporaneamente i BRICS si sono anche fatti portavoce delle istanze del Sud Globale all’interno delle istituzioni occidentali: è stato ricordato come sia necessaria una riforma per garantire una rappresentanza equa dei paesi in via di sviluppo all’interno del FMI, ad esempio.

Putin poi nel suo discorso in collegamento video ha ricordato i dati fondamentali che fanno da premessa: le economie dei BRICS ormai superano significativamente quelle del G7 e il commercio tra i membri continua a crescere riducendo la dipendenza dal dollaro. La dichiarazione finale congiunta adottata è poi un vero e proprio memorandum per la promozione della giustizia e del rispetto del diritto internazionale, ripetutamente violato dall’Occidente collettivo negli ultimi mesi sui vari fronti di guerra che ormai attaccano due Paesi fondamentale dell’asse euroasiatico dei BRICS: Russia e Iran. Infatti, sono stati condannati gli attacchi diretti alle infrastrutture russe del 31 maggio, 1 e 5 giugno così come l’attacco diretto all’Iran da parte di Israele. Inoltre, si è espressa la preoccupazione per gli attacchi avvenuti alle centrali nucleari iraniane, poste sotto salvaguardia AIEA. È stata condannata anche l’invasione colonialista israeliana della Siria avvenuta lo scorso novembre a seguito della caduta di Assad. Infine, sulla questione palestinese si è lanciato l’ennesimo monito per il cessate il fuoco e la creazione di uno Stato di Palestina unitario sotto l’autorità palestinese, che veda la Striscia di Gaza unita alla Cisgiordania sui confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale. L’Iran, ormai membro di peso a tutti gli effetti dei BRICS, ha comunque tenuto a precisare quanto la soluzione dei “due Stati” sia “irrealistica” proprio a causa della natura aggressiva e colonialista dimostrata da Israele sempre di più negli ultimi mesi, proponendo invece un unico Stato multietnico e multiconfessionale pienamente democratico. 

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