I comunisti e la sinistra come si comportarono di fronte alla politica di forte intervento pubblico in economia della Democrazia Cristiana?
di Omar Minniti
Tra gli anni '50 ed '80 i governi democristiani diedero vita ad una politica di forte intervento pubblico nell'economia, attraverso nazionalizzazioni e partecipazioni statali. Questo, nonostante alla guida di quegli esecutivi ci fossero anticomunisti incalliti, prostitute della Cia, zerbini della Nato che hanno trasformato l'Italia in una portaerei Usa, corrotti in combutta coi mafiosi, stragisti che hanno armato mani fasciste, golpisti e gente che ha dato ordine alla polizia di sparare su operai, braccianti e studenti.
Il Partito Comunista Italiano e la sinistra socialista del Psiup come si sono comportati, in parlamento e nelle piazze, quando i suddetti democristiani hanno proposto quelle nazionalizzazioni e partecipazioni statali?
1) "Non se ne fa nulla, altrimenti poi dobbiamo pagare forti penali e risarcimenti ai proprietari privati e, inoltre, la Borsa e i mercati reagiscono negativamente".
2) "Le vere nazionalizzazioni le faremo solo quando prenderemo il potere e verrà instaurato il socialismo. Queste sono al servizio della borghesia".
3) "Buuuh, buuh, analfabeti democristiani, studiate la grammatica prima di parlare! Incompetenti! Ignoranti!"
4) "Invece di pensare a queste cose, perché non accogliete i nostri fratelli abissini, vittime del colonialismo italiano?"
5) "Fascisti, razzisti, omofobi, misogini!!!"
6) "Sosterremo le nazionalizzazioni e l'intervento statale in parlamento ed in piazza, vigileremo affinché dalle parole si passi ai fatti e vi incalzeremo sulla gestione. E, ovviamente, continueremo a fare opposizione ai vostri governi".