Il Congresso Usa decide: l'occupazione della Siria continua

Il Congresso Usa decide: l'occupazione della Siria continua

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

Una risoluzione sui poteri di guerra che avrebbe posto fine all'occupazione illegale della Siria da parte dell'esercito statunitense è stata bocciata ieri sera dalla Camera dei Rappresentanti con 103 voti contro 321.

Era difficile anche sperare in un esito diverso, però, seppur magra consolazione, agli atti del Congresso dell’Impero del Male, c’è chi ha severamente criticato la presenza illegale di Washington in Siria.

Il disegno di legge, presentato alla fine del mese scorso dal repubblicano Matt Gaetz, ha ottenuto il sostegno di 47 repubblicani e 56 democratici, tra cui diversi membri del Congressional Progressive Caucus (CPC).

“Non c'è alcun ruolo per gli Stati Uniti d'America in Siria. Non siamo una potenza mediorientale. Abbiamo cercato di costruire una democrazia con la sabbia, il sangue e le milizie arabe. Di volta in volta, il lavoro che svolgiamo non riduce il caos. Spesso provoca il caos, lo stesso caos che successivamente porta al terrorismo. Anche se il voto di oggi potrebbe fallire, la mia lotta per porre fine alle guerre per sempre e riportare a casa le nostre truppe è appena iniziata", ha dichiarato Gaetz nella dichiarazione dopo il voto.

“Dobbiamo anche riconoscere che la Siria e l'Iraq sono i due paesi del pianeta Terra dove abbiamo fatto di più per finanziare l'ISIS. Diamo armi a questi cosiddetti ribelli moderati”, ha continuato Gaetz, riferendosi alla politica di Washington di armare i gruppi ribelli affiliati ad Al-Qaeda.

“Gli Stati Uniti non sono i poliziotti del mondo, ed è incredibilmente poco saggio promuovere questo livello di coinvolgimento nelle controversie internazionali... Le vite americane sono in pericolo", ha avvertito il parlamentare repubblicano Cory Mills durante il dibattito in aula.

Se il disegno di legge fosse stato approvato, la Casa Bianca avrebbe avuto sei mesi per ritirare tutte le truppe dal suolo siriano. Circa 900 soldati statunitensi sono attualmente dispiegati nella nazione levantina, controllando quasi un terzo del paese e gran parte dei suoi giacimenti petroliferi.

Il loro schieramento è illegale ai sensi del diritto internazionale in quanto non è stato approvato dal governo di Damasco. Inoltre, gli ex presidenti degli Stati Uniti Barack Obama e Donald Trump hanno dispiegato le truppe senza l'approvazione del Congresso, abusando dell'autorizzazione all'uso della forza militare (AUMF) approvata nel 2001 in seguito agli attacchi dell'11 settembre.

I legislatori che hanno votato mercoledì per mantenere l'occupazione hanno sostenuto che un ritiro dalla Siria significherebbe la "rinascita" dei gruppi estremisti.

"La dura verità è questa, o combattiamo [ISIS] in Siria, o li combatteremo qui... nelle strade della nostra nazione", ha proclamato il repubblicano Ryan Zinke.

Mentre la CIA fu incaricata di armare e addestrare gruppi estremisti in Siria dalla fine del 2012, le truppe statunitensi entrarono ufficialmente nella mischia quando Damasco chiese l'aiuto della Russia per respingere l'ISIS nel 2015.

Vedendo le conquiste ottenute dagli eserciti siriano e russo contro l'ISIS e altri gruppi armati, gli Stati Uniti hanno poi collaborato con le Unità di protezione del popolo curdo (YPG) per creare le Forze democratiche siriane (SDF), dando effettivamente inizio a una corsa per il controllo delle zone più ricche di risorse della Siria, vale a dire i governatorati di Deir Ezzor e Raqqa.

L'analista Jennifer Cafarella dell'Institute for the Study of War ha inquadrato benissimo quale sia il significato della presenza di Washington in Siria: "Che Washington scelga di ammetterlo o no, gli Stati Uniti ora hanno un'influenza diretta sulla stragrande maggioranza dei giacimenti petroliferi più produttivi della Siria" e che i guadagni territoriali delle SDF "sono tesori nazionali siriani che, sommati, ammontano al potere geopolitico brutale per gli Stati Uniti.”

 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso di Fabrizio Verde Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

Tra neoliberismo e NATO: l'Argentina sull'orlo dell'abisso

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Liberal-Autocrazie di Giuseppe Giannini Liberal-Autocrazie

Liberal-Autocrazie

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Il primo dei poveri di Pasquale Cicalese Il primo dei poveri

Il primo dei poveri

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

La crisi nel Corno d’Africa di Paolo Arigotti La crisi nel Corno d’Africa

La crisi nel Corno d’Africa

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti