Il grave errore di Meloni sullo spread

5216
Il grave errore di Meloni sullo spread

di Alessandro Volpi*

Voglio tornare, in maniera più articolata, sulle dichiarazioni della presidente Meloni relative allo spread sceso sotto i 100 punti che indicherebbe, a detta di Meloni, una maggiore affidabilità del debito italiano rispetto al debito tedesco. Si tratta, a mio parere, di un errore molto grave, e decisamente preoccupante. Provo a spiegarmi meglio. Da gennaio ad aprile del 2025, in Europa sono stati emessi titoli di Stato per circa 600 miliardi di euro, un record storico.

E' evidente che i vari paesi hanno bisogno di risorse e che i loro debiti trovano compratori anche perché il debito americano appare meno sicuro e meno attrattivo. E' altrettanto evidente che un'emissione così massiccia genera una forte concorrenza tra i vari Stati nel trovare compratori e dunque può determinare un aumento dei rendimenti da offrire e degli interessi da pagare. A fine anno si stima che il totale delle emissioni dei vari Stati europei arriverà a sfiorare i 1000 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i circa 230 miliardi relativi ai titoli che la Bce ha comprato negli anni passati e che ora rimette in vendita.

Dunque, siamo di fronte ad una cifra enorme, in cui peserà molto anche il debito tedesco, ritenuto in assoluto il più sicuro e pertanto il più pericoloso in termini di concorrenza agli altri debiti nazionali. Naturalmente, non bisogna affatto trascurare le emissioni di titoli americani, che saranno pari a circa 9000 miliardi di dollari - nove volte il debito emesso in Europa! - e quello di altri paesi del mondo. Tutto questo per dire che il collocamento del debito durante i prossimi anni non sarà affatto semplice, al di là del rapporto tra offerta e domanda di titoli, e i costi del suo collocamento rischiano di salire molto.

In tale panorama l'Italia dovrebbe collocare, nel 2025, circa 350 miliardi di euro, pari a un terzo del totale europeo, e dovrà farlo senza fidare sui canali usati negli ultimi anni: non saranno più possibili infatti ingenti acquisti della Banca d'Italia, decisivi nel recente passato, e neppure quelli della Bce, che, come detto, anzi venderà anche titoli italiani, contribuendo a deprezzarli. Non saranno possibili neppure acquisti troppo ingenti da parte delle banche e delle assicurazioni italiane, già imbottite di debito italiano.

Accanto agli acquisti delle "famiglie" italiane, sarà molto probabile l'esigenza di un intervento di grandi investitori esteri - i fondi di gestione del risparmio in primis - per una percentuale più ampia rispetto agli anni precedenti che potrebbero arrivare a incidere fino al 40% del totale degli acquisti. Una simile condizione comporterebbe due conseguenze. La prima è rappresentata da un rialzo dei rendimenti, soprattutto per le brevi e le medie scadenze, ritornando verso il 4%.

La seconda è riconducibile alla maggiore dipendenza del nostro debito dai già ricordati grandi fondi, a cominciare da BlackRock, che saranno così ancora più in grado di condizionare le scelte di politica economica italiana: più privatizzazioni, più previdenza e sanità private, più asset strategici ceduti.

La superficialità di Meloni, alla luce di ciò, è decisamente allarmante.

*Post Facebook del 16/05/2025

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West di Raffaella Milandri Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro di Paolo Desogus Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro

Repubblica, la Stampa e il mondo del lavoro

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria di Geraldina Colotti La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

In Polonia arrestano gli storici russi di Marinella Mondaini In Polonia arrestano gli storici russi

In Polonia arrestano gli storici russi

Tecnodistopia di Giuseppe Giannini Tecnodistopia

Tecnodistopia

A chi giova l'overtourism? di Antonio Di Siena A chi giova l'overtourism?

A chi giova l'overtourism?

DELENDA EST di Gilberto Trombetta DELENDA EST

DELENDA EST

Paradossi della società italiana di Michele Blanco Paradossi della società italiana

Paradossi della società italiana

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia di Giorgio Cremaschi John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti