Il Monti ucraino potrebbe essere un'americana. Kiev inizia la svendita dei suoi beni pubblici

Il Monti ucraino potrebbe essere un'americana. Kiev inizia la svendita dei suoi beni pubblici

In quest’ottica potrebbe concretizzarti anche la vendita di molte miniere di carbone ucraina alla Turchia. La guerra contro la Russia di Putin prosegue.

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di Eugenio Cipolla
 
Un mese dopo la mozione di sfiducia, bocciata, al premier ucraino Arseniy Yatsenyuk, la situazione politica dell’Ucraina rimane ancora instabile e caotica. Le voci che si rincorrono nei palazzi del potere continuano ad essere confuse e contrastanti. Ogni giorno, infatti, spuntano fuori le ipotesi più disparate sul successore di Arsenji Yatsenyuk. Ieri Petro Poroshenko ha fatto l’ennesima mossa nel tentativo di scaricare il primo ministro e leader del Fronte Popolare.
Sulla propria pagina Facebook, Svyatoslav Tseholko, portavoce del capo di Stato ucraino, ha scritto che al momento esistono tre opzioni per la formazione di un nuovo governo senza ricorrere alle urne: un esecutivo tecnico, uno politico e una proposta che verrà fuori direttamente dalla Rada, l’assemblea parlamentare nazionale.
 
Il governo dei tecnici, uno riedizione ucraina basata sul “modello Monti”, potrebbe essere guidato dall’attuale ministro delle Finanze, Natalie Jaresko, personaggio di spicco della finanza internazionale con molti contatti a Washigton e dintorni, sia lato Casa Bianca che Fondo Monetario Internazionale. In questo caso tutti i gruppi filo-Ue sarebbe disposti a riunirsi intorno al nome della Jaresko. La seconda ipotesi è un governo politico, che potrebbe essere guidato dal sindaco di Leopoli, Andriy Sadovy, leader anche del partito Samopomich, in crescita verticale nell’ultimo anno. Sadovy ha smentito a mezza bocca le parole di Tseholko, affermando, non troppo convintamente, di voler rimanere sindaco della sua città.
 
La terza opzione, sulla quale per ora vige il massimo riserbo, sarà presentata direttamente in Rada la prossima settimana, direttamente su proposta dei capigruppo delle varie fazioni parlamentari. Di incognite al momento ce ne sono parecchie, ma il tempo attorno ai maggiori leader politici ucraini stringe. Se non verrà trovata una maggioranza attorno a una nuova coalizione Poroshenko dovrà indire elezioni anticipate e questo cambierebbe di molto la composizione del nuovo Parlamento, dove i partiti filorussi e quelli ultranazionalisti potrebbe avanzare a discapito di quelli filo-Ue.
 
Intanto Kiev ha annunciato uno sconto enorme sulla vendita dei beni dello Stato rimasti invenduti negli ultimi mesi. Si tratta di assett messi in vendita più di dieci volte e che finora non hanno trovato acquirenti. Circa 22 dei 34 beni messi in vendita dallo Stato ucraino verranno venduti a prezzo di saldo, con uno sconto del 60%, mentre altri 9 con uno del 50%. Kiev ha annunciato uno sconto enorme sulla vendita dei beni dello Stato, che non sono riusciti a trovare acquirenti stranieri. Fondo di proprietà dello Stato dell'Ucraina dice tutti i beni sono stati messi in vendita più di 10 volte e non hanno trovato acquirenti. Tra gli oggetti messi in vetrina spiccano la quota del 9,6% del cantiere navale del Mar Nero, il 37,6% della Lviv Coal Company e della Chernigov Radio Plant.
 
«La scorsa settimana i beni sono stati messi in vendita con sconti rispettivamente 50% e 30%, ma le aste non si sono svolte per mancanza di acquirenti», ha fatto sapere il Fondo del Demanio, il quale sta già progettando di privatizzare 450 aziende statali, di cui 20 grandi imprese, 50 imprese di medie dimensioni e 380 piccole. Il governatore della Banca Nazionale Ucraina, Valeria Gontareva, ha detto che la vendita di beni statali sarà in grado di portare nella casse dello Stato fino a 1 miliardo di dollari. Secondo le sue parole, se Kiev sarà in grado di realizzare le riforme necessarie e privatizzare le proprietà dello stato, il paese avrà un livello stabile di riserve per i prossimi tre anni. Riserve che per ora si attestano a 13,5 miliardi di dollari.
 
In quest’ottica potrebbe concretizzarti anche la vendita di molte miniere di carbone ucraina alla Turchia. Durante la sua visita ad Ankara della scorsa settimana, Petro Poroshenko ha chiesto all’omologo turco Tayyip Erdogan di partecipare al grande piano delle privatizzazioni.  «La parte turca ha espresso interesse a partecipare alla privatizzazione dei beni energetici in Ucraina, in particolare sulle miniere di carbone», ha detto in un comunicato il Ministero
dell'Energia di Kiev. La guerra contro la Russia di Putin prosegue.

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